Burocrazia e lentezze, rischiano di fallire: a beffarli è addirittura lo Stato
Avezzano – Rischiano il fallimento due giovani imprenditori di Avezzano, Simone Komel, di 29 anni e Stefano Baiocchi, di 30, a causa della burocrazia e delle lentezze giudiziarie. Il peggio è che a beffarli è lo Stato, lo stesso che predica con le bocche di sfrontati politicanti di voler favorire gli imprenditori giovani.In un paio di anni con la loro impresa, la BK Service (impianti tecnologici industriali) erano riusciti a fatturare oltre 400 mila euro l’anno e a dare lavoro ad una decina di operai, ma poi sono arrivate le prime difficolta’ derivate dai rapporti con un’altra impresa e la burocrazia ministeriale che, invece di salvaguardare il loro spirito imprenditoriale, ha preferito gettare il “salvagente” a coloro che ne avevano causato il dissesto finanziario. Tutto bene per i primi due anni: l’azienda lavora con subappalti regolari alla ristrutturazione del carcere di Rebibbia ed altri lavori come quello, altamente tecnologico, per la realizzazione dell’impianto termico di una piscina olimpionica ad Avezzano. Ma lo scorso anno cominciano i primi problemi. La Mev Impianti Srl di Roma che si e’ aggiudicata gli appalti per le ristrutturazione delle carceri di Perugia e Massa Marittima, e con la quale i due giovani imprenditori marsicani avevano stipulato un regolare contratto di subappalto, smette di pagare la BK Service. I due giovani cercano di far fronte alla meno peggio ai fornitori e al pagamento dei salari, ma la loro resistenza finanziaria non puo’ andare oltre qualche mese. Avviano, allora, i primi decreti ingiuntivi, per circa 150 mila euro, nei confronti della Mev Impianti, ma senza esito. Poi il 22 giugno dello scorso anno i due si rivolgono al giudice ottenendo un atto di pignoramento presso terzi, ossia presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, dei fondi che il ministero doveva alla Mev Impianti per i lavori nei due penitenziari. Invece il Dap, ignorando l’atto di pignoramento, effettuato due bonifici a nome della Mev Impianti. Il primo il 10 luglio 2008 per un importo pari a 244.470 euro e il secondo in data 12 agosto 2008 per un importo pari a 263.461 euro per i lavori effettuati nel carcere Capanne di Perugia dove avevano fornito i macchinari e i materiali regolarmente ordinati dalla Mev e mai pagati. “Quando abbiamo appreso che il ministero aveva pagato con i nostri soldi la Mev – raccontano i due – ci sono cadute le braccia. Non e’ possibile, ci siamo detti, che lo Stato tuteli simili imprenditori gettando al mare due giovani che hanno fatto dell’eticita’ dell’impresa la loro bandiera. Abbiamo preteso di capire quello che era avvenuto e per questo – raccontano i due giovani – in data 24 aprile scorso abbiamo inoltrato al Ministero della Giustizia una richiesta di accesso agli atti secondo l’art. 22 della legge 241/90, ma gli atti non ci sono mai stati inviati”. Adesso i decreti ingiuntivi sono loro a riceverli mentre i dieci operai che avevano assunto a tempo indeterminato sono senza lavoro. E il fallimento bussa alle porte.
Non c'è ancora nessun commento.