Turismo? Qui non passa lo straniero…


L’Aquila – Gli stranieri turisti in Abruzzo non sono mai stati numerosi, tranne che negli anni Sessanta sulla costa teramana, quando c’erano gli enti provinciali turismo che funzionavano benissimo. Forse troppo bene, visto che furono soppressi. L’EPT di Teramo era il migliore e gli stranieri c’erano, niente di simile alla Romagna, ma abbastanza. Poi sono spariti e si contano a poche decine, al mare come nell’interno. Quest’anno i primi dati della stagione balneare confermano: qui non passa lo straniero. Qualcosa c’è, ma nei campeggi. Del resto, il turismo al mare sta scendendo sia come arrivi che come presenze, a causa della crisi ormai generalizzata. Era prevedibile, sta accadendo.
Come sempre avviene nella vita, che non è certo … pietosa, dal mare degli altri (il terremoto in Emilia Romagna) qualche beneficio finirà con l’arrivare anche sulle spiagge abruzzesi, come sperano gli albergatori. Sarebbe meglio augurarsi un buon afflusso di ospiti sia in Romagna, che nelle Marche e naturalmente in Abruzzo.
Gli abergatori della nostra riviera adriatica sostengono, già adesso, che il calo è del 10% circa, e che sulle spiagge molti ombrelloni sono aperti a fare ombra sulle teste dei bagnanti, ma molti altri rimangono chiusi. Mistero sulle tariffe: se un giornalista intervista un operatore balneare, immancabilmente costui risponde che avere le tariffe ferme da anni. Ma forse non tutti hanno agito così… Utile e onesto sarebbe rendere pubblico un tariffario, almeno comune per comune. Ma da noi non sempre ciò che è utile e giusto, è anche realmente praticato. I prezzi per pizzette, bibite, caffè, acqua minerale sono esagerati e molti gestori non hanno capito bene che, insistendo, perderanno i clienti. Tant’è vero che chi segue l’andamento della stagione appena iniziata, parla di “turismo di prossimità”. Cosa significa? Semplice, gente che va al mare ma da località vicine: abruzzesi in Abruzzo. Cioè spesso, se non sempre, con “mappatella” preparata a casa nella borsa refrigerata. E acqua minerale comperata al supermercato a pochi centesimi. Il tutto da consumare parcamente sotto l’ombrellone, mentre picchia il Sole feroce delle ore 13 e la spiaggia tremola all’orizzonte.
L’Abruzzo che non mastica di turismo, non sa organizzarsi, non sa pensare e prevedere, come invece avviene altrove, non ha programmato nulla per fronteggiare la crisi, si accontenta delle bandiere blu elargite con generosità, e aspetta che la bufera passi. Magari convincere i gestori a contenere i prezzi e a pubblicizzarli su scala nazionale (rispettando gli impegni, s’intende) sarebbe servito. Magari qualche idea, qualche iniziativa, qualche “offerta speciale” balneare… Ma è inutile parlare di queste cose. Rimane una certezza: se la gente sceglie Lido Riccio o Vasto, Alba o Roseto, è solo perchè la gente è buona, la cucina ancora meglio, la tranquillità è garantita. Gite ed escursioni monumentali o archeologiche, qualche tipo di attrazione per i turisti? Sì, certo, ma altrove: non in Abruzzo. Dove non passa lo straniero, e passa meno anche l’italiano.


03 Luglio 2012

Categoria : Turismo
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