La cena di Monsignore
L’Aquila – Scrive Guido Visconti: “E’ sorprendente come tutti i mezzi di stampa abbiano riportato la “festa” dei cinquanta anni da prete del Vescovo dell’Aquila senza una parola di commento. A parte la messa, tutte le persone ragionevoli hanno pensato che forse invece di fare una cena in un ristorante alla moda (costoso) il Vescovo poteva invitare alla stessa mensa i poveri, i disoccupati e quelli che soffrono. Da una personaggio come questo che non ha mai nascosto le sue simpatie per Berlusconi, nessuno si aspettava un comportamento diverso ma come si dice gli anni che passano dovrebbero portare riflessione e saggezza. Invece anche in questa “celebrazione” finale il vescovo non ha smentito se stesso: si dice addolorato ancora del terremoto ma chi lo ha mai visto in mezzo alle macerie delle sue chiese.
Critica la mancata ricostruzione ma poi accetta senza farsi troppi scrupoli i doni di Formigoni, che si trasformano in centri di potere e discriminazione. Non ha mai fatto un gesto o non è mai uscito alla scoperto per chiedere dei fondi per ricostruire almeno le chiese monumentali. Non è che prima del terremoto avesse fatto cose diverse con le sue battutine sulla sinistra dimenticando il famoso detto della trave nell’occhio. Tutto ciò doveva portare inevitabilmente alla cena sfarzosa degli ex moccoletti, dei rotariani del lyons, ecc. ecc. Bella figura monsignore, come lei ben sa io la conosco bene!”.
Non c'è ancora nessun commento.