Si paga per aver accesso agli atti
Penne – Consultare gli atti della pubblica amministerazione è un diritto, è lecito imporre un balzello per poterlo esercitare? A Penne pare di sì. Ma non tutti sono d’accordo e disposti al silenzio acquiescente. «Il sindaco Rocco D’Alfonso non ha più limiti e decenza, e diventa anche antidemocratico: ha deliberato una tassa a carico dei cittadini pennesi che esercitano il diritto di accesso sugli atti amministrativi prodotti dal Comune di Penne. Un balzello improprio e inopportuno, che ha come obiettivo, quello di mettere le mani nelle tasche dei cittadini e scoraggiare il controllo democratico degli atti amministrativi (legge 15 del 2005)». Lo annuncia il coordinatore cittadino del Pdl, Antonio Baldacchini, che attacca l’amministrazione comunale sulla delibera 68 del 7 giugno 2012. Nella delibera, dunque, la giunta ha previsto, in termini economici, per le copie non autentiche, e dunque semplici fotocopie a uso interno, un costo per la riproduzione (0,50 euro per le pagine A4 e 0,70 per le pagine A3) e, inoltre, una strana tassa denominata “diritto di ricerca”, che fa lievitare i costi in base all’anzianità del documento: inferiore a un anno: 10 euro; tra un anno e 10 anni: 14 euro; tra 10 e 20 anni: 20 euro; superiore a 20 anni, invece, il costo arriva a 24 euro a documento.
«Proprio quest’ultima voce – aggiunge Baldacchini – ci è sembrata una tassa che ha un solo obiettivo: colpire i cittadini e non solo (giornalisti, associazioni e partiti politici che vantano dunque diritti diffusi sull’azione amministrativa). Una grave decisione che lede alcuni diritti costituzionali come il principio della trasparenza amministrativa, dell’informazione e di pubblicità che, secondo la Costituzione, sono garantiti a tutti i cittadini. Il sindaco Rocco D’Alfonso sta mortificando l’immagine istituzionale dell’ente. Nei prossimi giorni – conclude Baldacchini – presenteremo ricorso al Tar contro questa delibera anticostituzionale varata dalla giunta comunale».
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