I precari sono tutti uguali, oppure no?


Se è vero che sta nascendo, come leggiamo, una sorta di superstruttura per la ricostruzione dalle ceneri della SGE e della STM (uffici vissuti durante i tre anni dal 2009 ad oggi), ci chiediamo se in questa città che ha bisogno di lavoro e di sostegni, i precari siano tutti uguali oppure no. Nella nuova struttura di cui si riferisce (85 persone secondo Abruzzoweb) figurerebbero alcuni precari, mentre altri rimarrebbero fuori. Assorbire dei precari è cosa buona e giusta, ma scegliere per politica chi sì e chi no, è cosa brutta e ingiusta.
Non è certo questa, speriamo, l’eredità che il commissario uscente Chiodi vorrà lasciare. Qui prima di ricostruire case e chiese (1000 giorni e passa, dove sono?), bisogna ricostruire le vite, il tessuto economico e sociale. Un minimo di fiducia. Una pietruzza per il domani.
Allora Chiodi, il presidente Del Corvo, il sindaco Cialente, insieme con il restante caravanserraglio di chi conta e decide, presentino una richiesta prioritaria e imprescindibile al Governo e a Barca: assumiamo i precari. Stabilizziamoli, e poi ripartiamo. Non sarà accettabile che se ne salvino alcuni, e ne restino allo sbaraglio e alla sventura altri. Non sarà giusto, nè umano, nè tanto meno democratico. O tutti fuori, o tutti dentro. Dopo anni da patemi, sofferenze, umiliazioni, ansie, i politici non trovano necessaria una soluzione del genere? Ma ce l’hanno un cuore?



26 Giugno 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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