Università, via a ricerca Eucross
Chieti – L’Europa non è solo finanza e bilanci. Mentre i vertici politici di Bruxelles e delle capitali nazionali dibattono di prestiti, eurobond e fiscal compact, i cittadini europei vivono l’Europa nella loro quotidianità. Prendono voli low cost per la Grecia, chattano con amici in Germania, progettano corsi di lingua in Irlanda e fanno shopping su un sito francese. C’è un’altra Europa, quella del ‘transnazionalismo di tutti i giorni’. Ma come è fatta? Chi ne è parte? E queste interazioni senza frontiere – rese possibili da cinquant’anni di costruzione europea – creano una solidarietà che rinforza l’identità collettiva come ‘europei’? A questi interrogativi cerca di dare una risposta la ricerca EUCROSS, promossa dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro (www.eucross.eu).
In questi giorni la ricerca ha avviato una grande indagine telefonica che coinvolge un campione casuale di oltre 8000 cittadini italiani, tedeschi, spagnoli, inglesi, danesi, romeni e turchi residenti nell’UE.
L’indagine vuole ricostruire una mappa delle pratiche transfrontaliere che sono effetto del processo di integrazione europea e/o della globalizzazione (ossia dell’esperienza degli altri paese europei e del mondo attraverso la mobilità fisica o virtuale). Si approfondiranno e aggiorneranno così dati preesistenti che raccontano di un’Europa divisa – per esempio – anche nei viaggi: il 75% degli olandesi va all’estero almeno una volta l’anno, contro appena il 28% degli italiani e nemmeno il 10% dei greci (dati Eurobarometro del 2006). In una seconda fase, i ricercatori metteranno a fuoco l’impatto di queste attività sull’immagine dell’Europa e sul senso di solidarietà collettiva degli intervistati.
La ricerca EUCROSS (il cui titolo per esteso è: The Europeanisation of Everyday Life: Cross-Border Practices and Transnational Identifications Among EU and Third-Country Citizens) è coordinata dall’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Direttore del progetto è il professor Ettore Recchi, docente di sociologia delle relazioni internazionali. I partner stranieri sono: il Leibniz Institut für Sozialwissenschaften (GESIS, Mannheim, Germania), l’Università di Aarhus (Danimarca), l’Institut Barcelona d’Estudis Internacionals (IBEI, Barcellona, Spagna), l’Università di York (Gran Bretagna) e l’Università di Bucarest (Romania).
Sembra importante approfondire questo tema in una fase storica particolarmente delicata come quella attuale, segnata non solo dagli effetti della crisi economico-finanziaria, ma anche dal ritorno di sentimenti nazionalisti radicali e da un diffuso atteggiamento euroscettico. Quali gruppi sociali, quali generazioni, quali persone resistono alle sirene dell’euroscetticismo e dell’antipolitica? Seppur più disincantati e meno sicuri rispetto agli anni appena trascorsi, chi sono oggi gli attori di un progetto cruciale che coinvolge il Vecchio Continente dalla fine della seconda guerra mondiale e lo allontana da secoli di odi e divisioni?
EUCROSS si propone di rispondere a questi interrogativi applicando ad un vasto campione di persone residenti nell’Unione Europea strategie di analisi sociologica di tipo quantitativo e qualitativo, attraverso la rilevazione e la comparazione di quelle pratiche transfrontaliere che danno senso concreto all’essere europei, misurando analiticamente le dinamiche che presiedono alla costruzione quotidiana di un’identità collettiva post-nazionale.
Per maggiori informazioni, contattare Matteo Abbate, EUCROSS project manager (matteo.abbate@unich.it).
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