“Pescara, città antibici”
Pescara – (Foto pescarabici) – Scrive Patrizia Fedele – Socia Pescarabici: “Qualche giorno fa ho fatto una lunga passeggiata in bicicletta da Pescara Portanuova, zona Molino, a Montesilvano altezza di via Adige e, percorrendo dove possibile la pista ciclabile lungo la riviera nord, devo constatare che Pescara non è una città per la bicicletta. Infatti, pur essendo ormai quasi sera, quindi dalle 20.00 in poi e per di più serata di partita per la Nazionale di calcio, ho riscontrato un discreto affollamento sulla pista ciclabile vale a dire c’erano almeno sei o sette coppie di joggers che correvano lungo l’esigua, nel senso della larghezza, pista ciclabile, del resto bisogna essere comprensivi: marciapiede attigui insufficiente ad ospitarli! Più avanti, lungo la pista ciclabile che costeggia lo stabilimento Orsa Maggiore una ragazza svolgeva una serie di allunghi di velocità : certo, altrimenti a cosa serve una pista per le bici?
Una citazione particolare va riservata a soloro attraversano la pista ciclabile all’improvviso senza neanche voltarsi, a chi la percorre con i pattini, a chi passeggia tranquillamente incurante degli squilli di campanello e rivolge graziosi epiteti all’indirizzo del ciclista di passaggio, a chi la percorre spingendo un carrozzino e, soprattutto, a chi la ostruisce parcheggiandoci il suv. Al ritorno non ero stanca ma nemmeno felice, solo consapevole di quanto sia grande la distanza tra una larga fascia di cittadini ed una buona cultura della mobilità sostenibile. Alla luce di quanto ho raccontato,la notizia di ciclisti multati per aver offeso il decoro della città legando la propria bici ad un palo mi sconcerta non poco: il principio sarebbe anche giusto se le rastrelliere fossero sufficienti e dislocate ovunque , sarebbe anche giusto se non fosse di gran lunga più offensivo, non solo per la città ma anche e, soprattutto, per i cittadini che sono parte integrante ed attiva del tessuto urbano vedere ogni giorno auto parcheggiate in doppia e, talvolta, tripla fila, davanti agli scivoli dei disabili, ai passi carrabili, ai garages, sulle aiuole, davanti ai portoni, all’ingresso dei negozi, sui marciapiedi. Tutto questo, oltre ad essere indecoroso, è diseducativo per le nuove generazioni. Infine, trovo quanto meno pericoloso che gli automobilisti non si preoccupino affatto dei ciclisti nel tagliare loro la strada, nell’aprire uno sportello all’improvviso, quasi fossero invisibili. Quindi un plauso particolare a quei politici che incentivano l’uso della bicicletta: peccato che le piste ciclabili nella nostra città , oltre ad essere frammentate, disomogenee, con pavimentazione non idonea, prive o carenti di segnaletica, disconnesse, invase da erbacce, non siano presenti in tutte le zone; peccato che i parcheggi per le bici siano carenti o inesistenti, a parte questo tutto bene… per chi lascia la bici a casa.
Mi spiace, io vado in bicicletta da sempre ed ho sempre amato questo mezzo, salutare, ecologico, persino poetico ed ho avuto la fortuna di conoscere luoghi dove andare in bici, oltre ad essere un mezzo di trasporto e di svago, è davvero una gioia, per cui piuttosto che ascoltare inutili proclami preferirei vedere questa mia città assumere un volto nuovo, un volto che oggi, sinceramente, non riconosco”.
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