Confindustria su polo alta moda
Pescara – DA RAPPOSELLI MIOPIA E INUTILI PERSONALISMI – Scrive Confindustria: “Apprendiamo con stupore dei presunti chiarimenti che il Vice Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Pescara ha preteso di emanare sulla questione dei Corsi per la Formazione Tecnica Superiore del sistema Moda avviati in questa provincia. Confindustria Pescara valuta provvedimenti e progetti elaborando proposte con spirito di collaborazione senza scendere in inutili personalismi che, al contrario, diventano strumento improduttivo del Vice Presidente Rapposelli. Ci duole constatare che il dr. Rapposelli confonde il Contratto di Rete, quale è il POLO ALTA MODA dell’Area Vestina e che trova la sua fonte legislativa in una legge ordinaria (n.33/2009) con i POLI DI INNOVAZIONE
che traggono la loro origine giuridica da un regolamento comunitario.
Quindi il PAM resta l’unico, tra i circa 350 contratti di rete, sottoscritti in Italia che unisce filiera formativa specialistica e filiera produttiva.
Far credere che stiamo parlando di medesimi progetti è un errore grossolano che rischia di confondere l’opinione pubblica.
Il Vice Presidente Rapposelli, evidentemente con grave miopia, continua a dividere progetti “pubblici” da quelli “privati” come se gli interventi di cui parliamo non potessero trovare una comune determinazione progettuale.
Al contrario, il voler replicare ad ogni costo progetti che avrebbero potuto potenziare il PAM proprio con l’apporto di tutte le risorse disponibili sul territorio per un potenziale che avrebbe assunto evidenti proporzioni e rappresentatività tali da favorire l’intero comparto della moda e non -
come si sforza di dimostrare Rapposelli – solo l’Area Vestina, ingenerando confusione sul fatto che il Polo Alta Modo sia riferito ad un distretto sartoriale ben determinato. Al contrario invitiamo Rapposelli a leggere con
attenzione lo Statuto del Contratto di Rete che allarga la possibilità di
ingresso delle aziende (per il 40% del totale) dall’intera area provinciale
sconfinando anche nell’intero territorio regionale.
Evidentemente Rapposelli ignora – nostro malgrado – tutto quello che
Confindustria – unitamente alle altre Associazioni di Categoria ed alle
Organizzazioni Sindacali – ha fatto per l’intera provincia pescarese, pur
non sostituendosi alla politica che deve necessariamente programmare e
decidere.
Il tavolo di crisi Val Pescara è l’unico che – grazie all’accordo strategico
firmato da Confindustria, CNA, Confapi, CGIL, CISL, UIL e UGL ha portato
la Regione Abruzzo e la Provincia di Pescara ad elaborare l’apprezzato
Piano d’Azione per gli investimenti e lo sviluppo competitivo. Ci chiediamo
dov’era il Vice Presidente Rapposelli quando noi lavoravamo con le
Istituzioni e tra queste anche l’Amministrazione Provinciale di Pescara per
dare risposte alle situazioni più critiche della nostra provincia?
Quell’accordo fu siglato in Confindustria ed oggi resta un fatto storico che
ha determinato le condizioni perché la Provincia di Pescare fosse
sicuramente più avanti nella programmazione degli interventi sulle aree di
crisi della Val Pescara. Confindustria ribadisce il pieno rispetto per le Istituzioni ma non abbassa
la guardia di fronte ad iniziative che hanno segnato l’indebolimento di
progetti strategici come il Contratto di Rete Polo Alta Moda, voluto tra i
migliori esempi italiani alla giornata nazionale dell’economia, edizione
2011, dedicata da Unioncamere alle reti d’impresa e portato come migliori
modelli al meeting internazionale sulle reti che proprio la Provincia di
Pescara e la Regione Abruzzo hanno celebrato lo scorso 18 giugno.
Lo scorso 6 giugno Confindustria, LUISS e Fondazione Visentini hanno
presentato la prima ricerca nazionale sulle reti d’Impresa ed hanno scelto
di presentarla a Pescara ritenendo che essa costituisca un esempio italiano
di incubatori di contratti di rete, ma evidentemente queste cose sfuggono
agli occhi di chi politicamente ha scelto strade diverse da quelle
impegnative del top di gamma che resta l’unica ancora di salvataggio per
le imprese del settore moda. Confindustria Pescara si è assunto l’onere di
non illudere le PMI del settore, compresse nel terzismo sconfinato che
comprime i costi di produzione a danno delle aziende più piccole che sono
in grado di fare alta qualità ma non hanno le capacità finanziarie ed
organizzative per aggredire mercati globali. La rete serve a superare
questi limiti e ad unire le forze individuali per farne una massa critica tale
da poter competere sui mercati internazionali.
Da ultimo Rapposelli si affretta a far conoscere che le domande al corso
ITS sono state 100 per 20 posti ma evidentemente non si preoccupa della
finalizzazione del Corso che resta sempre e comunque quella di trovare
occupazione ai giovani che raggiungono tali qualifiche. Chiederemo conto
anche di questi riscontri una volta che il corso verrà ultimato, perché una
spesa così importante non si può effettuare senza alcuna analisi dei
fabbisogni formativi delle imprese di settore.
Il Polo dell’Alta Moda ha investito fino alla data odierna solo e soltanto
fondi privati in una sana logica pre-competitiva che promuove i contenuti
e non i contenitori.
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