Confindustria dà il via, gli altri si accodino
L’Aquila – IL COLLEGAMENTO TERAMO-L’AQUILA E’ VERA SVOLTA – In Abruzzo sopprimiamo i doppioni, risparmiamo risorse e conquistiamo risultati migliori di quelli ottenuti negli ultimi decenni. Perchè, si sa, l’unione fa la forza… ma non piace sempre al potere politico. Il via lo ha dato, con lungimiranza di cui va dato atto, la Confindustria, unendo le proprie forze al di qua e al di là del Gran Sasso, Aquilano e Teramano come territori di comuni e condivisibili interessi.
L’Abruzzo è una regioncina di 1,2 milioni di abitanti, meno della metà della città di Roma, che è – a sua volta – la più piccola delle capitali importanti europee, con i suoi stentati 2,7 milioni di abitanti: contro Parigi e Londra che sforano gli 8-9 milioni, Berlino o Madrid.
Immaginate se in una collettività di dimensioni contenute, come la nostra, vi fosse una sola forza comune, una unità di intenti e di obiettivi condivisi e intelligenti, quanto si potrebbe risparmiare sui costi e accrescere l’operatività , l’efficacia, la capacità di perseguire obiettivi e risultati. La Confindustria punta, probabilmente, a unire le proprie forze anche tra Pescara e Chieti, prospettiva di una stringente logicità . Forse, un domani, diventerà Confindustria Abruzzo e basta. Riflettiamo.
Abbiamo tre università (con clamorosi doppioni di facoltà tipo economia o medicina a L’Aquila e a Chieti) quando all’Abruzzo sarebbe sufficiente un solo ateneo, moderno, ben dislocato, dotato di strutture per gli studenti, alloggi, luoghi di studio e di sport, trasporti e servizi efficienti. Una delle tre università , Teramo, inoltre, sta scricchiolando e perde iscrizioni. Un ateneo unico, in Abruzzo, invece di doppioni e centri di potere utili solo a baroni ed eccellenti sfusi e a pacchetti, potrebbe essere dotato di un ventaglio completo di facoltà , invece di pesanti doppioni (peraltro astiosi e in concorrenza tra loro). Facoltà omogenee e coerenti con il territorio: strano che una regione con due osservatori astronomici, una Scuola superiore di scienze spaziali, il laboratorio del Gran Sasso, Telespazio, la scuola astrofisica di Pescara (a proposito, c’è ancora?), non possa contare su facoltà specialistiche in questi campi. Astrofisica, per esempio. Vai a capire: è evidente che tutto ciò nasconde carrierismi e giochi di potere, a scapito di reali e pubblici interessi.
Molti uffici potrebbero essere accorpati, molte strutture ridotte come sedi e rafforzate nell’efficienza e nella resa. Molti centri di ricerca potrebbero essere unificati, per contare di più. A ridurre costi, fitti, viaggi e autoblu tra L’Aquila e Pescara, potrebbe cominciare proprio la Regione Abruzzo, elefantiaca realtà disseminata e in equilibrio tra i due capoluoghi di regione: a parole ce n’è uno (L’Aquila), di fatto almeno due (L’Aquila e Pescara). Fitti di sedi, palazzi e palazzoni, spese di esercizio, comunicazioni, pendolarismo forsennato tra le due città sempre in auto a spese della gente.
La Regione, santuario di spese altissime e succose prebende, non ha – dal 1971 ad oggi – neppure saputo darsi una sede definitiva a L’Aquila e una a Pescara: almeno questo. L’esempio davvero innovativo dato a tutti da Confindustria non può rimanere isolato. E’ un forte segnale di rinnovamento. Teniamone tutti conto.
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