UIL: problemi, disoccupazione e zona franca
L’Aquila – Pietro Paolelli, della Uil, torna a insistere sulla disoccupazione e sulla zona franca come unico strumento di rinascita e di ripresa per l’area aquilana. “I problemi reali e concreti – scrive – che la popolazione dell’Aquila territorio si trova di fronte sono tanti, pertanto mi limito ad affrontarne uno solo partendo dalla piaga più dolorosa che già affliggeva e che affliggerà pesantemente, nei prossimi mesi, la realtà dell’Aquila, ossia la disoccupazione in generale e quella giovanile in particolare. L’Aquila da anni perdeva posti di lavoro ed era alle prese con un’economia che rallentava giorno per giorno ed ha influito, non poco, la scellerata scelta di escluderla dagli aiuti di stato previsti dal Trattato Europeo ( art .87 3c ) dal 2000 al 2006, che ha condotto fasce di popolazione verso il baratro della disoccupazione, dell’emigrazione giovanile, dell’emarginazione.
La disoccupazione è una tragedia collettiva in quanto genera disgregazione e conflittualità che lacerano il tessuto sociale, esponendo i soggetti più deboli al ricatto clientelare riducendo gli spazi di libertà,convivenza e agibilità civile e democratica.
Pertanto, era inevitabile che i migliori cervelli del nostro territorio fossero stati costretti, come ha ricordato in molte occasioni il Magnifico Rettore prof. Ferdinando Di Orio della nostra Università,alla fuga,obbligati ad emigrare per cercare una carriera professionale e il successo altrove,lontano dalla propria famiglia. In molti casi, mettendo radici in un altro posto, senza fare più ritorno nella terra d’origine.
Il problema dell’emigrazione intellettuale è dunque la più grave perdita di ricchezza, la sciagura peggiore che possa capitare ad una comunità, poiché questa è costretta a rinunciare alle sue personalità migliori, alle intelligenze più presenti e vivaci, a privarsi dei suoi figli più capaci e brillanti, quindi delle risorse più preziose. Purtroppo il sisma ha azzoppato anche l’Università ed occorre fare uno sforzo per recuperarla appieno, non solo ripristinandola ma migliorandola in qualità ed efficienza.
Una parte di futuro dell’Aquila sta nel sistema universitario in quanto investiamo sui giovani, sulle loro capacità d’essere innovativi. Sta nell’economia della conoscenza il motore dello sviluppo, della difesa della competitività, della crescita della città e del lavoro nel prossimo futuro.
Tutti i terremoti hanno “solitamente “ determinato uno spopolamento fisiologico. Ma la vastità del sisma dell’Aquilano è di tali proporzioni che può portare ad un processo di rapida disgregazione del tessuto socio-relazionale e di progressiva riduzione demografica, già registrata in questi anni nei paesi montani, privati degli uffici postali e delle scuole, diventando luoghi di vita alienanti e desolanti, sempre meno comunità coese. Rispetto a tali problematiche non è sufficiente il solo invito per far tornare gli aquilani a vivere nel proprio territorio. Occorre ridare le motivazioni, le certezze per farli restare.
La popolazione Aquilana attende con ansia la certezza del varo di un nuovo modello di sviluppo economico e l’attuazione di un adeguato piano d’intervento in tale direzione.
E’ indispensabile e strategico individuare gli strumenti e le provvidenze da utilizzare per ridare attrattività economica ed occupazionale al territorio.
La UIL continua ad insistere nel proporre l’istituzione di una vera ZONA FRANCA con incentivi, sgravi fiscali e previdenziali,per otto anni,come ad esempio:
una riduzione del 60% delle imposte sui redditi d’impresa ( IRES );
una riduzione degli oneri previdenziali del 50% con copertura figurativa dei contributi;
un abbattimento del 50% di tutte le aliquote IVA;
l’abbattimento fino a 20000 € della base imponibile ( IRAP ) per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato. A tal proposito si ricorda l’impegno che ha assunto il Presidente della Regione G.CHIODI, con le parti sociali nell’incontro del primo agosto, di voler aprire un confronto con il Governo e l’UE sulla ZONA FRANCA. Per raggiungere tale obbiettivo e convincere l’UE, è indispensabile l’unione solidale di tutte le forze politiche ed istituzionali ai vari livelli.
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