Lusi e tutto ciò che non quadra


Non troviamo giusto che, colpevole o non colpevole lo decideranno i giudici, il senatore Lusi entri in carcere come – finora – unico additato della dilapidazione di denari e beni della ex Margherita. Non è razionale, credibile, che sia soltanto lui lo spenditore folle di milioni di euro, all’insaputa degli ingenui, purissimi e gigliacei dirigenti del partito scaturito dalla DC. O mentono o dormivano, e quindi non sono comunque gigli. Caso mai fiori di cicuta. Poco socratica.
Non troviamo giusto che oggi, 20 giugno, sera, al momento del voto, il PdL si sia squagliato. Se erano convinti delle colpe di Lusi, dovevano votare per l’arresto. In caso contrario, votare contro l’arresto. Invece hanno scelto di non esserci e questo avrà una sua logica politica, ma non risulta giustificabile agli occhi dei cittadini.
“Non fate di me un capro espiatorio” ha detto Lusi, difendendosi. Non è riuscito a farlo perchè inumane regole politiche e di potere lo avevano già sacrificato sull’ara senatoria. Ora, dal Regina Coeli, Lusi trovi la forza di dire: “Ho preso, ma ho anche dato a questo e quello“. Nomi e cognomi. Non servirà, senza prove, ma fango per fango, almeno a soffrire non sarà solo uno. Non è giusto che in questo paese di ladroni, paghi sempre l’anello debole. Talvolta si può essere demoliti anche a parole. E in politica, la reputazione dovrà pur contare qualcosa, alla luce del giudizio sommario del popolo sovrano. O sempre suddito?



20 Giugno 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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