C’è un sindaco che risparmia davvero
Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, varata la sua giunta, passa ai fatti. Taglia, risparmia, riduce, azzitta molti telefonini, incarica i dirigenti di conservare più soldi nelle casse. Quanti più possibile. Unico caso tra i grandi centri, si toglie lo stipendio da sindaco, e lo toglie agli assessori. Non più parole, ma azioni scritte e sottoscritte. La gente rimane stupita: è abituata a consiglieri regionali nababbi che, prima di tagliarsi qualche euro, lasciano passare più di un anno, a parlamentari che fingono di flagellarsi ma fanno rientrare dalla finestra i soldi usciti dalla porta. Guarda con sgomento le auto blu che scorrazzano, e quelle argentate della Regione per gli augusti glutei di politici che lavorano (si fa per dire) sì e no quattro giorni la settimana. Mai in aula prima delle 11, s’intende.
Non siamo abituati, in questo paese ex Bengodi, ora periferia della Grecia e della Spagna sderenate e smunte, a risparmi reali. Spendere di meno è un’afflizione da sempre riservata ai cittadini, al popolo bue e straccione, al medio reddito, agli stipendiati e ai pensionati. Ci bombardano di tasse e balzelli, ci spremono il sangue dalle vene se possediamo una casa (un tempo considerata un diritto e una giusta meta patrimoniale), ci puniscono come lebbrosi dell’Africa ottocentesca se possediamo un’auto, dopo averci obbligati a comprarla per tenere in piedi la Fiat agnellesca. Ma nessuno risparmia davvero, in politica. Tanti Lusi e nessuna formica…
Di Pangrazio lo sta facendo. Dunque si può. Lo imitino gli altri sindaci e assessori d’Abruzzo, diventiamo una regione modello, ma soprattutto aiutiamo la nostra dignità regionale. Una volta tanto, stiamo dando un esempio all’Italia. Non è poco. Non si vive di solo pane. Grazie, sindaco.
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