Trasporti, non pianti ma azioni
Pescara – (di Roberto Campo e Peppino Murinni, UIL Abruzzo) – COSA SI ASPETTA A RIORGANIZZARE IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE? – Conosciamo il contesto nazionale: meno soldi e nuove regole. Il Governo taglia e taglierà risorse, nel mentre ci chiede di definire una buona volta i bacini cui riferire le gare prossime venture. Dal canto suo, Ferrovie ha scelto il Tirreno per l’alta velocità e ora minaccia di far saltare il trasporto ferroviario locale. Il tempo non gioca a nostro favore, ma ci porrà ulteriori sfide e problemi. Smettiamo di attendere gli eventi e mettiamo mano alla riorganizzazione.
Conosciamo il contesto regionale: una pericolosa parcellizzazione (oltre 50 operatori). Ben tre aziende pubbliche, doppioni, sovrapposizioni, niente sinergie. Imprenditoria locale privata meno che inadeguata. Una reazione scomposta di interessi particolari al progetto di fusione delle tre aziende pubbliche, base imprescindibile della riorganizzazione del settore. Cattiva politica. Cattiva informazione.
Cosa dobbiamo fare: realizzare subito l’azienda unica ferro-gomma, per mettere in campo un soggetto più grande di quelli esistenti, aggregando ed integrando tutti gli operatori, pubblici e privati, presenti nella regione. Cultura del servizio pubblico e dell’interesse generale. Aumento dimensionale, riduzione dei costi unitari, maggiore competitività , uso ottimale delle risorse: solo asini in mala fede possono raccontare che tre aziende pubbliche e 50 finte-private siano una soluzione meno costosa e più efficiente di un’azienda unica regionale.
Far crescere la ferrovia regionale. Emilia, Toscana, Umbria, Puglia hanno già fatto l’azienda unica regionale. Le loro ferrovie regionali sono interessate a dare vita a processi di integrazione interregionale: dobbiamo parteciparvi anche noi. Perché la Regione Abruzzo soggiace ad una politica ferroviaria dettata integralmente dal gruppo FS, che ci tratta come ci tratta, e non si dà da fare per la crescita dell’impresa ferroviaria regionale, per portarla ben oltre l’attuale 10% di copertura del servizio (nella prospettiva di farne potenzialmente un’alternativa a Trenitalia)?
Perché siamo per un unico bacino: perché l’Abruzzo è fatto di costa e monti, e pensiamo che i maggiori costi del trasporto nelle aree interne possano essere bilanciati se la stessa azienda fa anche il più agevole trasporto di pianura. Temiamo invece la divisione del territorio in bacini appetibili e bacini sfigati. Pensiamo, inoltre, che l’Abruzzo sia relativamente piccolo, e che l’offerta debba essere la più integrata possibile.
Domanda: l’Abruzzo sa fare le riforme solo se viene commissariato? A giudicare dal trasporto locale, temiamo che sia così. Fino a che il progetto di fusione delle tre aziende pubbliche regionali dormiva in commissione, tutti sereni. Quando, a fine 2011, c’è stata in Consiglio Regionale l’accelerazione in favore della legge predisposta dall’assessore e sostenuta dai sindacati, si è sollevato il vespaio rabbioso di chi evidentemente trae vantaggi dall’insostenibile esistente. Ma soprattutto è mancata finora la determinazione delle Giunta Regionale, Presidente in testa, a portare a termine la riforma. Ultimo appello: agire presto e bene, perché il tempo che passa può solo peggiorare la situazione.
Pescara, 12 giugno 2012
Per la Uil Abruzzo Per la Uil Trasporti regionale
(Roberto Campo) (Peppino Murinni)
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