Grandi rischi, polemiche inutili


L’Aquila – Per il terremoto emiliano-romagnolo la Commissione grandi rischi ha diffuso, nei giorni scorsi, un avvertimento: potranno esserci altre scosse. E apriti cielo. E’ cominciato, come avviene sempre qualsiasi cosa si dica o si faccia in Italia, o non si dica e non si faccia, un bollimento di polemiche: inopportuno, pericoloso, allarmistico, ma perchè dicono queste cose, meglio tacere (Boschi), e così via. Questo mentre le scosse sismiche naturalmente continuavano una dopo l’altra, perchè non si è mai visto un terremoto come un temporale, cioè che arrivi, scagli fulmini e vada via senza lasciare tracce.
E’ stato istruttivo seguire tutte le polemiche, gli interventi, le opinioni, spesso manifestate senza neppur avere letto o sentito per radio il comunicato della Commissione. Persino il sindaco dell’Aquila ha detto la sua, così sintetizzabile: “Hanno fatto bene a diffondere il comunicato”.
Poi, spentesi le polemiche (che , ripetiamo, in Italia non possono mancare, altrimenti in tanti non saprebbero come mettersi in luce o fare gli ospiti nel talk show di moda), tutto torna come prima e i terremoti continuano. Niente di strano, visto che a metà del ’500 nella stessa zona emiliana un forte terremoto estese la sua sequenza per ben quattro anni… Se la gente leggesse un po’ di più e si informasse meglio, prima di aprire bocca, tutto sarebbe meno concitato e isterico.
Cosa ha detto la Commissione grandi rischi? Quello che tutti sanno, o dovrebbero sapere in un paese a fortissimo rischio sismico, in cui nessuno si è mai preoccupato di attuare un’educazione sismica. Anzi, in molte scuole le scienze geologiche sui sismi si saltano del tutto… Ma ormai a scuola si saltano davvero tante cose. I risultati sono catastrofici, ma è un altro discorso.
La Commissione ha detto: i terremoti non si prevedono. Da anni non sentiamo dire altro e non sentiamo altro che domande idiote di giornalisti sottosviluppati che continuano a porle agli scienziati. Sempre le stesse, ossessivamente, ottusamente.
La Commissione ha detto anche: i terremoti tornano dove sono già stati. E’ molto probabile che in Emilia e Romagna avvengano altre scosse, anche rilevanti. Ha indicato la zona a maggiore rischio, l’arco ferrarese, noto da sempre ai geologi. Ha ammesso che possono aprirsi nuove faglie, e che, comunque, tutti i terremoti d’Italia non sono interdipendenti, ma hanno comune origine: la spinta della immensa placca africana su quella euroasiatica, in questo momento accentuata nel “corno” emiliano della placca adriatica (estensione di quella africana).
Ma di tutte queste cose, due sono importanti: imprevedibilità dei terremoti (quando, dove, di quale forza) e quindi possibilità che ne avvengano o non ne avvengano. L’altra cosa, che tutti dovrebbero sapere, è che dopo le scosse maggiori, ce n’è un’infinità di altre, solitamente minori, per due o tre o più anni. In Abruzzo dovremmo saperne qualcosa…
Se tutto è così chiaro, a che servono le polemiche? La Commissione ha detto ciò che tutti sanno, senza sbilanciarsi ma mettendo in guardia. Esattamente quello che avrebbe dovuto fare a L’Aquila nel marzo 2009 o anche prima. Non pare logico a tutti che in presenza di un cane selvatico e aggressivo, esista il pericolo di essere morsi? E che qualcuno lo ricordi?


11 Giugno 2012

Categoria : Cronaca
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