Petrilli: “Condannato ingiustamente”
L’Aquila – “Una condanna totalmente ingiusta quella comminata ieri dal Tribunale nei miei confronti, contro la quale faro’ ricorso in appello. Condannato ad otto mesi di carcere per aver fatto fino in fondo il mio dovere quando ero Presidente dell’Aret”. E’ quanto aferma, in una nota, l’ex presidente Giulio Petrilli (foto). “L’accusa e la condanna – afferma – e’ quella di aver trasformato dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, di cinque giovani dipendenti, in prevalenza ingegneri, proposti con le migliori referenze dal dipartimento di ingegneria e architettura edile dell’universita’ dell’Aquila. Le retribuzioni di questi giovani professionisti era di 1050 euro mensili. Ho invertito la tendenza, che voleva negli Enti regionali l’affidamento di incarichi milionari, sostituendo il tutto con una piccola pianta organica, economica ed efficace. La seconda vicenda per la quale sono stato condannato – prosegue Petrilli – e’ quella di aver stipulato (decisione collegiale di tutto il consiglio di amministrazione), un contratto al direttore, che passasse da 110mila euro annui a 39mila euro annui. Un terzo rispetto ai minimi contrattuali. Incredibile ma vero, condannato per aver fatto risparmiare tanti soldi ad un ente pubblico. Da premettere – precisa l’ex presidente – che la figura del direttore e’ obbligatoria per gli enti regionali e quindi non potevamo esimerci dal farlo, stipulando un contratto, molto conveniente per l’Ente con una figura di rilievo nazionale nel settore. In Italia non c’e’ nessun ente pubblico comunale, provinciale, regionale, nazionale, che retribuisse un direttore, con l’importo da noi stabilito. Ho abbattuto i costi di un’ente, ho affermato il diritto costituzionale al lavoro stabile e non precario e sono stato condannato. Dulcis in fundo – conclude Petrilli – l’esposto contro di me fu presentato da Massimo Verrecchia, allora commissario Aret, ma anche responsabile provinciale del Pdl”.
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