La furbizia non fa ricerca e non crea valore
L’Aquila – (di Guido Visconti, professore ordinario di fisica dell’atmosfera all’Università dell’Aquila) – MOLTE DOMANDE SUL COSTO E SULLA GESTIONE DELLA STRUTTURA A CASALE CALORE – Sul centro ENI si assiste alla solita fiera di incompetenze e approssimazioni. Le domande che si dovrebbero porre quelli che si strappano i cappelli per la presunta perdita sono le seguenti:
1. Chi pagherà i ricercatori del Centro (50 k€/anno x 100 = 5 milioni anno)
2. Su quali fondi si compreranno le attrezzature
3. Qual’è il programma di ricerca del Centro. Anche se il centro in teoria dovrebbe occuparsi di Energia e Ambiente il sottoscritto è dovuto entrare e gamba tesa senza di fatto chiarire un tubo
4. Come si fa a fare un progetto “edilizio” (i fondi ENI sono per questo) senza avere un programma di ricerca. Dico gli impianti di acqua, gas liquidi, elettricità , reti ecc. vanno ovviamente guidati dagli scopi del centro.
La verità è che al solito abbiamo una classe dirigente assolutamente ignorante di ricerca scientifica. Ultimo caso è quello della “città intelligente” cioè per avere alle fermate del tram delle tabelle elettroniche (che nessuno legge) si fa addirittura un progetto di presunta ricerca. Quando c’è stata l’offerta ENI bisognava accettarla come idea e poi SUBITO elaborare un progetto di ricerca (con la comunità scientifica) e DOPO dare all’ENI il progetto. Ma con gente che non ha nessuna esperienza di ricerca come si fa?
La stessa passione sprecata si sta ripentendo con il Gran Sasso Institute, questo parte dalla premessa di risollevare le zone terremotate, e se ne esce con una proposta di dottorato di Fisica (le solite particelle elementari). Forse non avrebbe guastato una proposta che mettesse al centro le scienze della terra, oppure si pensa che finalmente si è trovata una ricaduta per le particelle elementari che prevedono i terremoti? E intanto l’ex città langue con tutti questi furbi.
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