Errani non vuole map in Emilia

Niente case provvisorie o moduli abitativi tipo baracche, noti ormai come map, in qualche villaqggio suburbano assai simili agli agglomerati dei campi di concentramento. Il presidente dell’Emilia, Vasco Errani, ha le idee già limpide, forse perchè ha assistito da vicino a ciò che è capitato a L’Aquila. Errani rifiuta edifici provvisori che tali non saranno mai, proprio come a L’Aquila, dove le new town sono entrate tristemente nel panorama. La gente sfollata (16.000 persone, a L’Aquila erano 70-80mila) secondo il presidente deve andare nelle case sfitte.
Ci auguriamo che Errani abbia fatto i conti, tenendo presenti i fitti da pagare, e le possibili speculazioni. Da terremotati gli auguriamo di aver azzeccato, perchè sicuramente le new town non si augurano a nessuno.
Al presidente emiliano suggeriamo fraternamente un accertamento, al quale forse non ha avuto tempo di pensare: la gente terremotata vuole davvero rientrare in edifici in muratura? Gli edifici individuati come possibili alloggi sono antisismici a sufficienza? Il problema, almeno dalle nostre parti, è stato (ed è per molti ancora) voler o non voler rientrare in case di mattoni e cemento. Ci domandiamo: se a L’Aquila, zona sismica tra più esposte (lo diceva la storia, non le mappe, la politica e le regole costruttive aggiornate solo dopo il 2009), tanti edifici non erano e non sono davvero antisismici, come possono esserlo in Emilia? Carte, mappe, leggi politici e ingegneri hanno sempre giurato che lì niente terremoti, per carità. Non avevano mai letto un libro di storia dell’Emilia, devastata da terremoti violenti nel Sedicesimo secolo. Di questa gente possiamo, possono fidarsi gli emiliani? Errani prima di infilare la gente negli alloggi, cacci via incapaci e disonesti.