Calcio malato? No, prognosi riservata…
(di Stefano Leone) – … MA HA PERSO CONOSCENZA – Il grande “dogma”, come chiamarlo altrimenti visto che arriva dal “rettore dell’università ” del calcio nazionale, vale a dire nientepopodimenochè dal CT della Nazionale italiana Cesare Prandelli, che pure è persona assolutamente stimabile, onesta intellettualmente e moralmente, un uomo sempre misurato sia quando era calciatore che poi da allenatore. Alla vigilia della partita amichevole che gli azzurri hanno in programma contro la Russia, (la sera del 1 giugno), amichevole che avvicina la squadra verso gli Europei 2012, in un momento nel quale il calcio italiano sta attraversando uno dei periodi più bui della sua storia, cosa dichiara Prandelli? “…nel calcio, il gioco viene dopo…”. Il CT lo ha dichiarato al microfono di Bruno Gentili, telecronista RAI, nell’ambito di un’intervista che non poteva non riguardare proprio il momento maleodorante e nauseabondo del calcio, con atleti inquisiti e arrestati, ambienti avvelenati e depauperati da dichiarazioni al veleno, che non hanno risparmiato neanche l’ambiente della Nazionale. Ad ascoltare quella frase viene spontaneo pensare a che cosa viene prima del gioco. Vengono forse tutte quelle querelle infarcite di disonestà e frode nei confronti di chi nel calcio crede (i tifosi ad esempio); viene forse prima l’interesse di gente che già guadagna l’inverosimile e vuole, con ingordigia, guadagnare ancora di più? (atleti e tecnici). Voglio augurarmi che il CT, che ripeto, è persona equilibrata e senza eccessi, rifletta su questa frase. Così come da più parti sento un sollevamento popolare di pareri contro l’annullamento della parata del 2 giugno, come mai nessuna voce per dire: “…sospendiamo la spedizione azzurra agli Europei”. Facciamo prima chiarezza sul calcio e ilo suo ambiente e facciamolo a bocce ferme. Nulla. Nessuna voce. Si dirà che il Premier Mario Monti, qualche giorno fa, ha espresso il suo pensiero a titolo personale di sospendere il calcio per due anni, bè, lungi da me far paragoni ma, chi scrive, ebbe a dire già il 23 aprile scorso questa cosa: sospendiamo il calcio per due anni.
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