Abruzzo, zero in cultura


Pescara – NEPPURE LE POCHE RISORSE DEL 2011 – Il segretario della CGIL Gianni Di Cesare e Sergio Di Marcantonio (SLC CGIL) scrivono: “La notizia è chiara e netta: per la Cultura non si conferma neppure l’esiguo stanziamento dell’anno precedente, e il 2012 si presenta con uno zero, nessuna variazione in bilancio, ha dichiarato a chiare lettere dall’Assessore al bilancio in V commissione regionale.
Una scelta grave: dopo uno storico progressivo assottigliamento dei fondi alla Cultura ( siamo passati da 13,5 milioni di € del 2005 a 3,5 nel 2011 ) che aveva già messo in ginocchio il settore, e dopo il terremoto, che ha privato la nostra terra di tanta parte del proprio patrimonio di monumenti, palazzi e case, chiese e luoghi dello spettacolo e della Cultura.
E il Presidente Chiodi intende permettere questo zero investimenti in Cultura nella nostra Regione, da rendere “robusta”?
Nei fatti oggi, in questa nostra Regione, già molto dissestata socialmente ed economicamente, si è consumata la scelta, da parte del Governo regionale, di abbandonare a se stesse le istituzioni culturali Abruzzesi.
Non ci si risponda con la crisi mondiale, né con le ristrettezze del bilancio regionale.
Non si può più assistere ad una somma di scelte disorganiche ed incoerenti per cui da un lato si punta sul turismo, settore produttivo decisivo in una regione “ naturalmente” bella e ricca come la nostra, e dall’altro si taglia ancora sulla Cultura. Pensiamo ancora a turisti che arrivano, mangiano e bevono un bicchiere del nostro buon vino, fanno una passeggiata nei parchi e poi? Sene tornano a casa? Un concerto? Uno spettacolo? Una mostra? Non sono casi che capitano grazie alla generosità di qualche magnate.
Occorre un serio investimento invece di continuare a trascurare e abbandonare il sistema delle imprese e degli enti culturali della regione. Una filiera produttiva che occupa circa 1200 persone e metteva (il tempo passato è d’obbligo) in gioco milioni di euro. Tra molti lavoratori del settore domina lo strumento dell’emergenza, la cassa integrazione.
Senza la ricerca di una soluzione questo significherà anche disperdere molte specifiche professionalità.
Per non parlare dei siti archeologici o delle aree monumentali di cui la regione è ricca, sepolti dall’incuria e dall’abbandono, spesso “ non visitabili “ per l’assenza del personale.
In sostanza la CGIL ritiene indispensabile recuperare risorse per la Cultura “ il PIL del futuro “ lo hanno definito esperti economisti, non gli “ artisti” prima di tutto con la convinzione che è un ricco settore produttivo, recuperando risorse dal bilancio ordinario, programmando specifici progetti di sostegno e irrobustimento sui fondi europei, aprendo al concetto di rete produttiva anche i beni culturali. L’uscita dalla crisi sarà lunga, ma come si investe in crescita si disegna con le scelte di oggi”.


01 Giugno 2012

Categoria : Politica
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