RC contro decreto riforma lavoro
L’Aquila – Scrive Francesco Marola segretario di RC: “Oggi a L’Aquila Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra ha promosso i volantinaggi fuori le fabbriche Dompé e Menarini sulla riforma del lavoro voluta dal Governo Monti, proseguendo la mobilitazione che è iniziata il mese scorso con la raccolta firme contro la modifica dell’articolo 18 e andrà avanti in occasione del voto in parlamento della riforma. Questa mattina al Senato è passato con 4 voti di fiducia il DDL lavoro del ministro Fornero, che scarica i costi della crisi su lavoratori e pensionati senza che siano minimamente toccate le rendite finanziarie né quelle patrimoniali.
E’ una brutta giornata per i lavoratori, che vedono manomessi diritti conquistati nei decenni passati con dure lotte. Con le modifiche apportate, in caso di licenziamento discriminatorio la risibile monetizzazione sarà la norma mentre il reintegro non sarà più un diritto. Si tratta di un’ulteriore precarizzazione delle condizioni dei lavoratori, che inoltre vedono allungarsi l’età di accesso alla pensione (spesso privi di copertura come gli esodati), a discapito dell’accesso al lavoro dei giovani. Il tutto mentre si continua a morire sui luoghi di lavoro per la mancanza di sicurezza e mentre aumenta la disperazione individuale dei suicidi dovuti alla crisi. Con il voto di oggi il PD abbandona definitivamente il campo della sinistra votando compatto il DDL, mentre 10 anni fa gli allora DS era in piazza con la CGIL di Cofferati che portò a manifestare 3 milioni di lavoratori contro l’attacco all’articolo 18. Altri tempi, c’era il governo Berlusconi e si faceva opposizione, oggi l’articolo 18 vale meno di 10 anni fa nell’agenda PD. Inoltre anche l’iniziativa della CGIL è troppo debole, serve maggiore mobilitazione subito, serve lo sciopero generale. Se il DDL dovesse passare alla camera, Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra lavoreranno a costruire un largo schieramento per unire la sinistra politica e sindacale nella promozione un referendum abrogativo della legge”.
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