Pescara, turismo accoltellato: assassinio impunito
Pescara – PORTO CANALE SEMPRE CHIUSO, AZZERATI I COLLEGAMENTI ABRUZZO-CROAZIA – (Foto: l’ex traghetto Pescara-Croazia e il collegamento attuale, ma da Ancona) – (di G.Col.) – La bella e fiorente Pescara degli anni scorsi, la città rigogliosa e crescente, è stata assassinata, e il turismo di tutto l’Abruzzo ferito a morte. Assassinio impunito, colpevoli non identificati, forti indizi. Si compiono 46 anni dai primi collegamenti mediante capienti traghetti verso la Croazia, verso Spalato, e i collegamenti finiscono. Non partirà più neppure da Ortona il traghetto sloggiato l’anno scorso dal fatiscente e fangoso porto canale senza dragaggio da anni. Per trovare una nave turistica diretta sull’altra sponda dell’Adriatico, bisognerà andare ad Ancona o altrove. Pescara è stata regredita, anzi azzerata, e il porto canale non lo ha più, nè per il turismo, nè per la marineria. E’ il bilancio 2012 di una situazione di recessione che non ha uguali nel tempo trascorso, sotto il naso di istituzioni incapaci, farfuglianti, autocommiseranti ma sopratutto nocive per la città e per l’Abruzzo.
Al momento, non ci sono soluzioni per il porto canale, fondali quasi affioranti, veleni mefitici, odore di stagnazione. L’ultima novità è stata la risposta di Roma: tocca alla Regione sbloccare la situazione. Ci sono voluti due anni per capire a chi toccava! E’ sconcertante che Comune, Provincia, Camera di commercio, Capitanerie di porto, ufficio delle Opere pubbliche, partiti, sindacati, parlamentari locali e tutto l’apparato elettivo e istituzionale abbiano sprecato due anni per apprendere ciò che dovevano sapere da sempre: del porto canale deve occuparsi la Regione. Sembra la sceneggiatura di una commedia all’italiana, di un film di Monicelli. Invece è semplicemente l’assassinio di Pescara.
Esilarante l’atteggiamento della politica, che oggi in interviste e dichiarazioni in tv non fa mea culpa, non chiede umilmente scusa alla città , non si dimette (lo ha fatto solo il commissario Guerino Testa, dopo aver annaspato per più di un anno, privo di qualsiasi reale potere o capacità di intervento), ma la spara grossa: vuole un nuovo porto, snocciola progetti e idee, parla e sparla di decine di milioni come se fossimo a Dubai e non in una regione in drammatica recessione economica, con la da disoccupazione al 10% e quella giovanile in talune zone fino al 50%. Oltre a migliaia di precari senza più una vita vera. Nuovo porto, benissimo, ma quando e con quali soldi? Conoscendo l’Abruzzo, potrebbe parlarsene forse da 50 anni… E nel frattempo?
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