Del Corvo su liceo Ovidio Sulmona
L’Aquila – “Sembra evidente che il signor Donato Di Cesare, non conosca lo stato dei fatti – afferma il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, in merito alle dichiarazioni di Di Cesare sul liceo classico Ovidio di Sulmona, con le quali accusa la Provincia di “aver preso le distanze dal problema e di comportarsi in maniera ridicola” – il ridicolo sta proprio nelle parole di Di Cesare che non ha mai assistito ai sopralluoghi, ne conosce lo studio di fattibilità . Sopralluoghi e studio di fattibilità , eseguiti grazie all’azione di stimolo dell’amministrazione provinciale. Infatti, quest’ultima, non si è mai tirata indietro e lo scorso venerdì’ la Provincia nella persona del Vice Presidente, Antonella Di Nino, ha avuto un incontro con l’Assessore Guerra, accompagnato dai consiglieri Pagone e Capparuccia, e durante lo stesso si e’ analizzata a pieno la situazione dopo che, con l’ultima OPCM, e’ venuta meno la figura del subcommissario Marchetti, col quale si era iniziato un percorso volto all’ esecuzione dei lavori. Oggi alla luce di questo modificato stato dell’arte, la Provincia ha rinnovato la sua disponibilità (nonostante i locali siano di sola proprieta’ del Comune) a non mandare all’aria il lavoro fatto da Marchetti e ripartire proprio da quello studio di fattibilità . Presto, dunque, verra’ sottoscritta una convenzione solo col Comune da inviare al Commissario che, lo si ricorda anche al consigliere Di Cesare, ha inserito il famoso finanziamento di 5 ml di euro per la scuola ma con annualità 2014/2015; finanziamento nella disponibilità del Comune e non della Provincia. Se il commissario non libera le risorse assegnate al Comune, la Provincia si rende disponibile ad anticiparle, pur di far rientrare gli studenti del Liceo Classico nella loro sede – continua Del Corvo – Invitiamo, pertanto, il consigliere Di Cesare a rapportarsi meglio con il suo assessore di riferimento, evitando, così, infelici gaffe istituzionali, che hanno il mero scopo di sollevare polveroni fini a se stessi”.
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