Il terremoto anomalo e gli inquietanti silenzi
L’Aquila – Il nuovo forte terremoto di questa mattina nel Nord Italia, spinge in primissimo piano la gravità della situazione, che ormai non riguarda più soltanto l’Emilia. Ed emergono inquietanti dubbi sui silenzi delle fonti scientifiche, pur in presenza di una sequenza sismica intensissima, insistente e dalla frequenza impressionante. Quando c’è un allarme di natura sanitaria, tipo aviaria o mucca pazza, le autorità si sbracciano a informare, spiegare, esortare a munirsi di vaccini e altre misure di tutela da possibili contagi. Si mette in moto un meccanismo istituzional-mediatico spesso di proporzioni tali, da alimentare una psicosi. Tutto è mirato, sostengono in molti, a smerciare in milioni di pezzi o confezioni dei farmaci o merci sanitarie. O, comunque, si inzuppa il biscotto del lucro nella circostanza.
Il silenzio più impenetrabile, un vero invalicabile muro di gomma, scende invece quando l’allarme è di natura diversa, ovvero non ci sono farmaci verso i quali indirizzare gli acquisti di massa. Parliamo del terremoto, che sempre più di frequente colpisce l’Italia anche là, dove nessuno se lo aspetterebbe. Forse con imperdonabili leggerezze e approssimazioni. La storia, infatti, insegna che in Italia non ci sono “zone sicure”, tranne la Sardegna, e limitate zone del Piemonte e della Lombardia, oltre al “tacco” della Puglia.
La verità è che il terremoto in Emilia e Romagna è fortemente anomalo, oltre che inatteso nella sua persistenza e intensità, ed ha portato con sé fenomeni collaterali impressionanti e del tutto ignoti ai più. Forse anche a molti scienziati?
Dirlo dall’Abruzzo ci sembra un dovere, prima di tutto di solidarietà verso gli emiliani che a L’Aquila furono generosi e bravi, in secondo luogo di utilità sociale. Questo terremoto è lungo, forte, ricco di conseguenze pesanti e genera comprensibile paura nella popolazione. I “fontanazzi” di fango e acqua calda, le inondazioni di fango e sabbia che coprono il suolo con manti alti di metri, sono situazioni che nella zona nessuno ricorda. E’ noto il fenomeno sismico della liquefazione del sottosuolo, ma la alluvioni di origine ipogea di fanghi e sabbie sono paurose e inaspettate: la gente teme per la stabilità degli edifici.
La scienza come risponde, cosa spiega, cosa illustra di questo terremoto tanto allarmante e prolungato? La scienza istituzionale e universitaria, almeno, dovrebbe inondare l’opinione pubblica di informazioni, non certo diffondendo rassicurazioni (il processo in corso a L’Aquila insegnerà pure qualcosa?), ma notizie, spiegazioni, vere e proprie lezioni scientifiche. L’assoluta ignoranza degli italiani in materia scientifica è pari solo alla totale disorganizzazione dei comuni e delle regioni in materia di protezione civile.
A noi pare che si stiano commettendo ancora gravi errori, come accadde nel terremoto aquilano e in altre occasioni. Non raccontare frottole, né diffondere allarmismi o imprudenti rassicurazioni, ma spiegare la verità e far capire a tutti cosa accade e cosa potrà accadere. L’ignoranza e l’assenza di verità spinge alla creduloneria, e i ciarlatani sono in agguato. Questo greve, esteso silenzio è l’atteggiamento peggiore, ed è quello che – purtroppo – si riscontra. La gente non ha bisogno solo di aiuti e tende, ma di informazione serena, misurata e attendibile. Che non c’è mai, e men che meno questa volta, nonostante la paura e l’ansia crescenti, più che comprensibili.
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