Burocrazia che uccide, quanta ipocrisia
Il Sole 24 Ore, il Ministro Barca, l’associazione dei costruttori ANCE, tutti all’unisono scoprono che la burocrazia uccide, che la ricostruzione non c’è stata per colpa sua, che gli imprenditori sono soffocati e ridotti alle corde da risposte mancate. Soprattutto, che pur essendoci i soldi, L’Aquila non risorge. Da settembre, dice l’ANCE, avremmo potuto aprire 300 cantieri. Niente da fare, a causa della burocrazia… E lo dite adesso?
In Friuli, dice il presidente Frattale, chiedevi e ti davano, facevi domande e rispondevano. Aggiungiamo che per una vergognosa storia di burocrazia, il porto di Pescara – e non solo il cratere sismico aquilano – è praticamente morto. Sono tutte scoperte dell’acqua calda, ipocrite e forse anche con code di paglia, visto che la burocrazia è una pestilenza ben nota, e che nel caso aquilano ne parliamo (tutti, mica solo noi) fino a stancare i lettori. Da sempre. Senza cavare un ragno del buco.
Ora che tutti di soprassalto si destano e puntano il dito sulla burocrazia, si muovano sindaci, commissari, prefetti, politici, parlamentari, potenti e vip di ogni risma, e scovino i responsabili, cacciandoli a calci nelle chiappe. Quando il primo burocrate sarà snidato e accusato, ma nel frattempo punito con la rimozione immediata, la burocrazia morirà , perchè quei signori sono disperatamente attaccati al denaro, ai loro lauti stipendi, ai privilegi derivanti dal non far nulla ed essere pregati di fare. O pagati a suon di mazzette per fare il loro rimandato dovere. I risvegli di moralità e di fasullo coraggio nel denunciare ciò che tutti sanno, puzzano di ipocrisia e di complicità . L’Italia disonesta e inerte, miasmatica e malconcia, va semplicemente demolita e rifatta da capo. O non l’abbiamo ancora capito?
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