Ogni popolazione ha il sindaco che si merita


La massima espressione della democrazia: le elezioni, si sono concluse. I sindaci sono stati eletti.Ora l’assetto istituzionale in molte città italiane è completo. La macchina pubblica può operare, decidere… fare.In alcuni casi i sindaci uscenti sono stati riconfermati. Ne consegue che hanno operato bene e i cittadini sono rimasti soddisfatti delle decisioni prese nella scorsa legislatura. In altri casi, invece sono stati eletti i loro oppositori. Anche in questi casi, evidentemente le azioni intraprese dal sindaco uscente non sono risultate gradite gli elettori e molti hanno pensato che il nuovo sindaco potrebbe fare meglio o di più.È la dialettica, o se volete la democrazia che ha vinto. Nel bene o nel male i nuovi sindaci rispecchiano sempre il volere e la cultura della gente che li elegge. Bisogna rispettare le volontà popolari e capire che il sindaco rappresenta comunque la sintesi della cultura media della popolazione locale. Un sindaco malfattore è rappresentativo di una popolazione propensa a sottovalutare la legalità; un sindaco palesemente furbo, è anch’esso rappresentativo di una popolazione che ritiene la furbizia un elemento non disdicevole, un sindaco serio e posato altrettanto.Si potrebbe affermare che il sindaco rappresenta la sintesi della caratterialità della gente che lo ha votato. In questo senso, affermo che ogni popolazione ha il sindaco che si merita. Non c’é un meglio o un peggio, c’è solo una diversità che va comunque rispettata. Chi è restato alla finestra? Evidentemente per loro la figura del sindaco era indifferente. Si potrebbe anche scavare per conoscere le motivazioni dell’astensione, ma poi a che serve? Bisogna solo rilevare che anche il grado di astensionismo dal voto rappresenta un elemento importante della cultura locale. La democrazia consente anche a chi non s’interessa della cosa comune di farsi da parte e fare decidere a chi invece se ne interessa. Non è giusto colpevolizzare gli assenti, magari per giustificare le proprie sconfitte elettorali. Resta il fatto che il sindaco, se a tutti è stato dato modo di esprimete le proprie idee, è il sindaco di tutti e bisogna portargli rispetto e aiutarlo nella realizzazione dei suoi disegni politici, anche se non li condividiamo, se non altro perché sono la volontà della maggioranza.Le opposizioni ora devono rassegnarsi: le loro proposte non sono state condivise. Forse i cittadini non hanno compreso, forse sono stati manipolati o illusi, forse sono incapaci di intendere o forse addirittura abbindolati, forse tutto il peggio possibile, ma questo fa parte dei rischi di una democrazia che richiederebbe cittadini maturi e dotati di senso critico. In mancanza di meglio la maggioranza governa e chi non ha la maggioranza deve farsene una ragione e, se possibile, collaborare costruttivamente, pur nei limiti dei propri convincimenti. Ora, proseguire nello scontro sarebbe sbagliato e inutile. Bisogna sforzarsi di abbandonare rancori e delusioni per dare una mano costruttiva e leale per elaborare proposte alternative che mostrino a tutti che le cose sarebbero state diverse se i cittadini avessero scelto diversamente, senza farne però l’unica ragione della propria funzione politica.Resta la considerazione finale. Ora che ai cittadini è stato dato modo di esprimersi su chi vogliono alla guida della loro città, non é più concesso a NESSUNO di oro di lamentarsi se le cose non funzionassero. Qualora sia stato eletto un sindaco che si dimostrasse incapace, la colpa non sarebbe più solo del primo cittadino.Agli elettori che avessero fatto una scelta rivelatasi sbagliata, non resterebbe che prendersela con se stessi.


23 Maggio 2012

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