Emilia-Romagna, sequenza sismica impressionante


L’Aquila – IL FENOMENO HA DECISAMENTE SUPERATO QUELLO AQUILANO – Le similitudini tra il sisma dell’aprile 2009 nell’Aquilano e quello dell’Emilia tuttora (ore 18,40) in corso potevano sembrare rilevanti nelle prime ore, ma nel corso della giornata divergono. La sequenza sismica emiliana è impressionante, e persiste dopo 14 ore con scosse incessanti, alcune anche forti (una superiore al quinto grado Richter nel pomeriggio), che presentano una frequenza intensissima.
Osservando i bollettini sismici dell’INGV, si rilevano almeno sessanta scosse, tutte avvertite dalla popolazione, molte superiori al 4 Richter, alcune al 5. Un fenomeno che sta dissipando enormi quantità di energia. La caratteristica costante è la scarsa profondità degli ipocentri, alcuni a meno di 2 km, quindi scosse violente in superficie e di estensione superficiale limitata. Nel caso aquilano, l’ipocentro del fenomeno principale fu di circa 10 km. La magnitudine riportata è quella locale, indicata con ml, differente da quella detta “momento”, indicata mw. Dunque siamo al 5,9 ml, un decimo di punto superiore al 5,8 ml dell’Aquila, differenza lieve ma significativa dal punto di vista degli effetti sul territorio.
Gli epicentri, stando alle mappe mostrate dall’INGV ai cronisti giunti nella sua sede a Roma, sono dislocati grosso modo in direzione Ovest-Est, dal cuore della pianura padana verso l’Adriatico.
Un’altra devastante esperienza sismica per l’Italia, di significato scientifico rilevante, visto che in tanti continuano a sostenere che le zone colpite non avevano un elevato rischio sismico. Del resto anche L’Aquila, prima del 2009, era in zona a pericolosità 2, e fu frettolosamente “spostata” in zona 1, come è oggi.
O almeno così si credeva da parte della sismologia ufficiale, che, ricordiamolo, è riuscita a sconcertare tutti nel processo in corso a L’Aquila, in cui uno scienziato testimone dichiarò che la faglia di Paganica era poco nota e poco studiata. Nonostante sia quella che a metà del ’400 distrusse L’Aquila. La stessa risvegliatasi nel 2009. Perchè e per decisione di chi era “poco nota e poco studiata”?
E chi ha “deciso” che il cuore dell’Emilia era a rischio sismico non rilevante? Noi ricordiamo personalmente un terremoto 5 ml a Parma circa venti anni fa. Fu irrilevante o sottovalutato? E i terremoti che da mesi, attualmente, interessavano la pianura padana continuamente, anche a distanza dall’Appennino “emerso”, non dicevano nulla?


20 Maggio 2012

Categoria : Cronaca
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