Il TSA per i giovani
L’Aquila – Si svolgerà dal 21 al 25 maggio (a L’Aquila) e poi a Milano dal 28 maggio al 1 giugno, “Il laboratorio Arte e pratiche dell’osservazione” un percorso che il Teatro Stabile d’Abruzzo, con la direzione di Alessandro Preziosi, vuole dedicare alla formazione di professioni legate al mondo del Teatro ed alla crescita di un nuovo pubblico consapevole.
La premessa del progetto è che all’interno dell’offerta formativa professionale della Fondazione Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, la nota accademia d’arte drammatica fondata da Grassi e Strehler, oggi diretta da Massimo Navone, è presente a partire dai primi anni ‘80 il corso “Autore Teatrale” (inizialmente denominato “Scrittura Drammaturgica”). Il corso è stato una storica palestra e una fucina di scritture per la scena e ha diplomato alcuni tra i più apprezzati drammaturghi italiani contemporanei e di ultima generazione, ha saputo cogliere e favorire stimoli e occasioni di evoluzione e innovazione del linguaggio per la scena e ha formato nei tanti anni dalla sua apertura solide personalità professionali di autori attivi anche in settori contigui al teatro.
Dalla collaborazione tra la scuola Paolo Grassi ed il Teatro Stabile d’Abruzzo nasce appunto questo laboratorio, con moduli d’insegnamento a cura di Renata Molinari e con il coordinamento didattico di Giorgina Cantalini.
“I Maestri del ‘900 , spiega la docente Renata Molinari, insegnano che ogni idea di teatro identifica un presente. Qual è il presente che ci sta attorno? L’obiettivo non è fare un saggio su L’Aquila, ma realizzare delle azioni artistiche a partire da questa città. Indagare i luoghi che abitiamo e che percorriamo, come portatori di specifiche relazioni tra le persone. Attivare un altro sguardo, uno sguardo teatrale, per cercare gli equilibri tra realtà e rappresentazione”.
Il laboratorio è un particolarissimo sistema di creazione, collezione e composizione di materiali utili (pensieri, osservazioni, intuizioni, collegamenti fra oggetti e parole, cronaca e poesia, storia e narrazione e soprattutto tra percezione e memoria) per successive stesure drammaturgiche, ma soprattutto è un training individuale dell’allievo per predisporre all’ascolto e all’osservazione della realtà e coglierne le trame invisibili spazio-tempo che l’attraversano.
E’ quindi non ancora un lavoro di drammaturgia, benché ne costituisca uno dei moduli didattici principali all’interno del corso, ma un ‘allenamento dell’anima’ e un’educazione allo sguardo per attori, registi e performer e più in generale per operatori e professionisti che vogliano o abbiano bisogno di occuparsi a vario titolo di processi creativi: è dunque una preparazione fondamentale e altamente formativa all’atto della creazione. Parte integrante del laboratorio è la sua applicazione sulla città, intesa come luogo privilegiato di esplorazione e scoperte della relazione e dell’umano.
La prospettiva e l’ambizione è quella di produrre pensieri e percorsi che possano prestarsi successivamente ad una vera e propria elaborazione di scritture teatrali, e non solo, per la scena contemporanea.
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