Lunedì apre la variante Gignano-Torrione – Un bobcat telecomandato tra le macerie
L’Aquila – Lunedì 17 agosto, alle 11, sarà aperta via dei Muratori di Pizzoli, tra il quartiere del Torrione e l’innesto con la superstrada per Bazzano. Sul posto, il sindaco Cialente e l’assessore Lisi terranno una conferenza stampa. Primo cittadino e assessore hanno espresso la grande soddisfazione per il completamento di tale progetto, “che – hanno dichiarato – dopo 30 anni, completa l’arteria che corre nei quartieri a nord dell’Aquila”. L’appuntamento con i giornalisti è alla rotatoria di Gignano, nei pressi dell’imbocco della superstrada di Bazzano.
Fin qui il comunicato del Comune, ed è una buona notizia per tutti. Non dimentichiamo però, a futura memoria, che si cancella soltanto una vergognosa incompiuta aquilana, che aspettava il completamento da una trentina d’anni. Colpa degli attuali amministratori? No, di certo: colpa di tutti quelli che li hanno preceduti, e colpa di un metodo all’aquilana che rappresenta una pagina nera per la città. Andare avanti sì, ma non dimenticare e cambiare tutto, a cominciare dai responsabili, che la città amerebbe conoscere ad uno ad uno, dirigente dopo dirigente, assessore dopo assessore, se finalmente venissero additati. (Nella foto: la rotatoria allo sbocco della strada a Gignano)
BOBCAT E SENSORI – Un “bobcat” telecomandato è stato messo in funzione stamani per rimuovere le macerie, che impedivano l’accesso delle squadre che devono effettuare i puntellamenti della chiesa di San Marco, nei pressi del palazzo della Prefettura, nel cuore del centro storico dell’Aquila.
Lo ha reso noto l’assessore alle Opere pubbliche del Comune capoluogo, Ermanno Lisi, che sta seguendo gli interventi. Il robot viene comandato a distanza e sta spostando le macerie, operazione impossibile per l’uomo, vista la situazione in cui si trovano la chiesa e le vie circostanti.
La chiesa di San Marco è stata adottata dalla Regione Veneto (i cui tecnici sono impegnati da diversi giorni negli interventi su tale edificio), la quale sta garantendo la messa in sicurezza dello stabile, con la collaborazione dell’università di Padova. Quest’ultima ha installato dei sensori per la rilevazione dell’apertura delle crepe e per la misurazione dell’accelerazione durante le scosse sismiche. Il tutto, nell’ambito del progetto di messa in sicurezza di San Marco, realizzato e coordinato dal professor Claudio Modena, con i lavori a cura della Dipe Costruzioni dell’Aquila.
Alle operazioni odierne hanno assistito esperti del ministero dei Beni culturali e architettonici e della commissione Sisma del Giappone, oltre al direttore e ai ricercatori del Centro di controllo interculturale per la conservazione dei beni architettonici del Paese nipponico. “Non finiremo mai di ringraziare la Regione Veneto per quello che sta facendo per una delle chiese più prestigiose della città – ha dichiarato Lisi – con i nuovi strumenti sarà possibile conferire la dovuta sicurezza alla chiesa, mettendo in condizioni il personale dell’impresa di lavorare in un contesto adeguato e, successivamente, la proprietà di programmarne il restauro”.
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