Vastocem a Punta Penna


Vasto – (di Michele Celenza, coordinatore del comitato cittadino per la tutela del territorio) – Vastocem a Punta Penna… ovvero “…impianto di insacchettamento di cemento sfuso di acquisto e…macinazione di inerti.”. Così è stato definito nella Conferenza dei Servizi (C.d.S.) del 27 aprile 2012, tenutasi presso il Servizio Tecnico della Provincia di Chieti, l’insediamento produttivo già in costruzione a Punta Penna.
Quindi, non “…cementificio inteso come cementeria a ciclo completo (con presenza di forno) ma impianto di insacchettamento…e…macinazione di inerti…” (n.b.: dichiarazione atti C.d.S.)
Ulteriore “dettaglio” chiarito nella Conferenza è che non risulta vero quanto riportato nel paragrafo Impatto Ambientale della Relazione Tecnica di Progetto, cioè che “…il tasso di inquinamento dell’insediamento è assolutamente nullo…”.
Infatti, la semplice disamina del QRE (Quadro Riassuntivo delle Emissioni), elaborato dai Tecnici aziendali e portato all’attenzione degli Enti solo adesso (prot. Prov.le n. 7013 del 09.02.2012), evidenzia un notevole rilascio di polveri di cemento e metalliche (circa 30 tonnellate all’anno (1)), cui vanno aggiunti l’inquinamento da rumore e da traffico veicolare (si stima un utilizzo annuale di circa 3300 camion). Ancora, nulla è stato comunicato circa la produzione di rifiuti.
Del resto, come ritenere coerente l’affermazione di inquinamento nullo e, nel contempo, prevedere una imponente macinazione di clinker?
Acquisita, solo ora, la notizia di quanto in realizzazione a Punta Penna (a pochi metri dalla strada di accesso per Punta Aderci, nell’Area di Protezione Esterna della Riserva ed in adiacenza al Sito SIC) semplici cittadini uniti in Comitato ed Associazioni hanno da subito sottolineata l’ipotesi di rischi ambientali e sanitari, mentre dal 2005 (2) al 2011 (3) nessuno degli Enti intervenuti nel Procedimento (COASIV, Comune, Sportello Unico Attività Produttive, ASL) ha mai ritenuto necessario che si valutassero le problematiche oggi prepotentemente emerse.
Soltanto adesso, ancora una volta per volontario impegno civico di vigili cittadini, si ridiscute del tutto e viene richiesta una valutazione dell’ARTA che però, con impianto in allestimento, malgrado i due mesi trascorsi dalla data di indizione non ha partecipato alla Conferenza, inoltrando appena due giorni prima una richiesta di rinvio in quanto “a causa dei molteplici impegni di lavoro non è stato possibile procedere all’istruttoria…”. Riflessione: presenti persone che impegnano gratuitamente risorse proprie (tempo, denaro e mezzi); assenti funzionari pubblici retribuiti e titolari di competenze e responsabilità giuridiche.
Inoltre, sempre nell’ambito della Conferenza è emerso che qualora risultassero giuste le tesi comunali (necessità di espressione del Parere da parte del Comitato di Gestione della Riserva ed acquisizione della Valutazione di Incidenza Ambientale), contestati dalla ditta ma già presenti nelle osservazioni del Comitato e delle Associazioni, di fatto l’attuale Procedimento autorizzativo attivo, cioè quello che ha permesso l’inizio dei lavori, risulterebbe carente e quindi (!)….
Ci sembra fatto assai grave.
Ma lasciando ad altri dotte valutazioni giuridiche, semplicemente ci si chiede: ma qualcuno degli enti protagonisti delle istruttorie e/o preposti alla vigilanza e controllo del territorio si è accorto che nell’insediamento VASTOCEM i lavori procedono alacremente e sembra quasi già tutto finito?
Stupisce alquanto riscontrare un iter procedimentale che viaggia su due binari: si autorizza (e si realizza) la costruzione del manufatto e, successivamente, si procede alla verifica della sua possibile attivazione evidenziando, contestualmente ma in sede diversa, una importante carenza di documentazione necessaria per l’autorizzazione. Ogni commento appare superfluo.
Preso atto di quanto riscontrato e delle carenze rilevate, tenuto conto dei rischi ambientali e sanitari che si paventano, si ritiene doveroso richiedere un intervento urgente dell’Autorità Sanitaria (Sindaco) e degli altri Enti coinvolti perché siano sospesi i lavori in corso e venga chiarito l’iter del Procedimento, anche a tutela di eventuali interessi legittimi aziendali.
Quanto sopra oltre che a rispondere al Principio di Precauzione eviterebbe ai cittadini il solito dispendioso ricorso. Pertanto, la presente verrà inoltrata alle diverse Autorità ed assume il valore di istanza.


12 Maggio 2012

Categoria : Cronaca
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