Cialente, doppiezza e nervosismo
L’Aquila – (di Piero Carducci, MpL) – Cialente è nervoso, chiaramente deluso dal suo risultato, sa benissimo che il suo serbatoio di consenso è in esaurimento e che al primo turno ha raschiato il barile delle “amicizie” senza peraltro riuscire a superare il 40% (-13% rispetto al 2007). Da politico consumato qual’è, ora il sindaco uscente si vede in pericolo di riconferma ed è costretto, suo malgrado, a corteggiare l’IdV di Angelo Mancini, FLI di Enrico Verini ed i candidati civici Vincenzo Vittorini, Ettore Di Cesare ed Enza Blundo.
In queste ore si evidenzia la doppiezza politica della quale Cialente è capace e la sua incredibile capacità di “rigirare la frittata” a suo esclusivo beneficio. Se le ampie coalizioni le propone e realizza Giorgio De Matteis, si tratta per Cialente di “minestroni indigesti”, se le fa lui si tratta invece di “aperture per il governo della città ”. Ed ancora: quando pensava di vincere al primo turno, Cialente trattava i programmi delle liste civiche come un qualcosa di irrilevante se non insulso, ed i candidati sindaci alternativi come fastidiosi eczemi della politica aquilana. Ora che l’uscente è in grave difficoltà e non dispone dell’autosufficienza politica, appare improvvisamente fulminato sulla via di Damasco e rincorre confusamente tutti, promettendo senza alcun senso del pudore “un impegno diretto nell’amministrazione”, ovvero tradotto dal politichese posti e prebende a destra come a manca.
Le uscite di Cialente delle ultime ore sono un segno evidente della perdita di lucidità politica e di disperazione dell’uscente, che cerca in qualche modo di agganciarsi a salvagente o cordicelle di salvataggio di marca IdV o liste civiche. Nel far questo, Cialente fa finta di dimenticare che le stesse coraggiose candidature di Mancini, Verini, Vittorini, Di Cesare e Blundo hanno avuto il significato di una netta ed irrevocabile presa di distanze dal cialentismo, un mix indigesto di dirigismo inefficiente, politica ondivaga e gestione opaca della cosa pubblica.
I candidati che sin dall’inizio si sono dimostrati distinti e distanti da Cialente hanno già scelto definitivamente la via della forte discontinuità rispetto all’amministrazione uscente. Un mesto ritorno all’ovile del cialentismo, in cambio di poltrone, è per loro assolutamente improponibile e risulterebbe incomprensibile ai loro elettori che hanno appoggiato in buona fede un reale progetto alternativo a cinque anni di cattiva gestione. Agli aquilani di buona volontà si chiede ora un ultimo e decisivo sforzo per il cambiamento, per Giorgio De Matteis sindaco dell’Aquila, un sindaco capace, coerente e soprattutto credibile per la messa in moto della rinascita aquilana.
Non c'è ancora nessun commento.