Delitto Rigante, fermi e denunce
Pescara – PER LA POLIZIA CI SONO “ALTRI CHE SANNO” – Quattro nomadi sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto nella notte dalla squadra mobile di Pescara perche’ ritenuti responsabili, in concorso con Massimo Ciarelli, della spedizione punitiva del primo maggio in cui e’ stato ucciso a Pescara Domenico Rigante, ultra’ di 24 anni. I quattro sono stati rinchiusi in carcere e sono accusati di omicidio, tentato omicidio, porto abusivo di armi, violazione di domicilio e minaccia aggravata. Sono tre fratelli, cugini di Ciarelli, il 24enne arrestato sabato scorso, che potrebbe aver esploso un colpo di pistola contro Rigante, e un nipote. Non hanno piu’ di 24 anni.
Oltre alle quattro persone fermate ce n’e’ anche una quinta che e’ solo indagata. Nel portare avanti questa strategia la polizia ha voluto “blindare le indagini”, ha detto in conferenza stampa il questore Paolo Passamonti. “Ad oggi, dunque, cinque persone sono in carcere e una e’ indagata – ha fatto notare il questore – e non sappiamo se manca una persona, sul settimo componente del gruppo c’e’ un punto interrogativo”. Alla conferenza stampa hanno assistito il padre di Domenico, Pasquale, il fratello gemello Antonio e la sua compagna Angela. C’era anche il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia.
Dopo aver catturato quattro componenti della famiglia Ciarelli che avrebbero partecipato alla spedizione punitiva a seguito della quale ha perso la vita Domenico Rigante, il dirigente della squadra mobile, Pierfrancesco Muriana, ha lanciato un un nuovo appello. “Ci sono altre persone che possono venire a raccontarci qualcosa”, ha detto in conferenza stampa, per cui l’invito e’ quello di raggiungere gli uffici della questura e riferire cosa e’ avvenuto la sera del primo maggio in via Polacchi, come hanno gia’ fatto alcuni amici di Domenico che hanno collaborato alle indagini.
Non c'è ancora nessun commento.