Politica senza donne, sentiamole


Il dopovoto e l’attesa del voto al ballottaggio. Ora si preme sull’acceleratore per spuntarla. A L’Aquila, il caso emblematico non solo in Abruzzo, poche donne in politica, niente ventata rosa. Un argomento che i partiti e i candidati hanno accuratamente evitato di trattare, ma che ora rispunta.
Sentiamole, le poche donne in ballo. Enza Blundo, grillina a L’Aquila, ha preso voti (per una neofita sono tanti 7-800 consensi), ma non è riuscita nel suo intento. Giustamente, ora dice: “Poi gli aquilani non si lamentino: hanno scelto loro il domani, hanno rifiutato di cambiare”. Ha ragione, qualsiasi cosa avverrà, gli aquilani (che vinca Cialente o che vinca De Matteis) resteranno nella politica tradizionale. Hanno insediato gente dell’apparato storico. Nuotano nella solita acqua.
Stefania Pezzopane, che ha incassato quasi 1000 schede con il suo nome crociato (un successo forte e chiaro), può essere contenta perchè le hanno dimostrato affetto. Una donna rifiutata, un’altra accettata così coralmente. Una svolta respinta, una conferma ribadita. Due donne. Pochissime, e anche questo è un vigoroso segno che nulla cambia, perchè nessuno vuole che cambi. Poche le donne sindaco elette, poche le donne consigliere. Poche le donne dirigenti di partito e al vertice delle istituzioni. Ecco un’Italia abbarbicata a se stessa e al proprio passato maschilista. Che non sia proprio questo il segnale non criptato di una inestinguibile voglia di andare avanti restando se stessi? O è l’ambiziosa convinzione di poter migliorare la politica, senza stravolgerla?



08 Maggio 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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