Hanno fatto a gara a chi era meglio vestito nel carnevale dell’idiozia


Un mio caro amico in tempi non sospetti mi raccontava in allegria di quanto potesse essere basso il livello amministrativo e politico della classe dirigente aquilana. Allora la si prendeva a ridere, la vita era bella e tutto si poteva immaginare tranne l’arrivo del giorno del non ritorno. Mi raccontava che quelli di Palazzo Margherita (Comune dell’Aquila) erano bravi a prendersi l’aperitivo a cadenza giornaliera spensierati e goliardici ma se li mandavi da soli a prendere un aereo a Fiumicino si perdevano e si chiamavano a vicenda per ritrovare la strada maestra che riportava a L’Aquila. Poi mi diceva che erano pure permalosi e se gli chiedevi che lavoro facessero oltre ai politici, la prendevano a male e si rischiava di finire a denunce e querele. Tanto è. Hanno distrutto la città per mancanza di decisioni in termini di prevenzione ed ora non sono in grado di far valere i nostri diritti per la ricostruzione. Come possiamo pensare di prendere delle decisioni vitali come quelle di rimanere o andare via, di vendere tutto e riacquistare altrove se dopo 4 mesi fra governo, Bertolaso ed Enti locali hanno fatto a gara a chi era meglio vestito nel carnevale dell’idiozia. Nane, ballerini, cialtroni, ubriaconi, scienziati, maggiordomi, giornalisti, ordini cavallereschi, aspiranti segretari, portaborse, delegati, mignotte e tanti altri tutti insieme a farsi la foto e a ridere davanti le macerie della nostra città. Chi è morto vorrebbe il silenzio più assoluto sulla vicenda. Noi che siamo vivi vogliamo:

1) La presenza dello Stato vero e non degli affaristi del dolore buoni per tutte le stagioni;
2) Un nuovo consiglio comunale cittadino capace di prendere delle decisioni utili per i prossimi 20 anni e capace di battersi fino alla morte per farci riconoscere i diritti umani e costituzionali dal governo centrale;
3) Un nuovo decreto legge, lungo al massimo 3 pagine, che disciplini la ricostruzione scritto da un esperto di lingua italiana e non da menti contorte volenti o non volenti che altro non hanno fatto, ad oggi, se non confondere le idee a dei poveri cristiani che dopo aver letto una pagina sono stati costretti ad affidare i propri patrimoni ai soliti traffichini rubagalline, vedi costruttori ed amici dei costruttori;
4) Delle ordinanze chiare e rispondenti alla più volte espressa volontà politica di ricostruire la città dell’Aquila dando il 100% dei contributi per la prima casa (e non per l’abitazione principale) e almeno l’80% per le seconde case;
5) L’immediata anticipazione dei contributi, attraverso la Banca D’Italia, previsti per la ricostruzione della prima e seconda casa senza dover passare per il sistema bancario siano esse case A, B, C, D, E e F una volta approvato il progetto tecnico di ricostruzione dell’abitazione;
6) L’abbattimento totale dell’iva per beni e servizi direttamente collegati alla ricostruzione;
7) Una zona franca per la città per i prossimi 10 anni con abbattimento dell’iva del 50% in tutti i settori.
8) Slittamento degli addebiti delle rate dei mutui, previste per gennaio 2010, inerenti abitazioni fintanto che le stesse non siano agibili.

Altrimenti? Altrimenti è guerra anche per voi. E l’autunno è alla porta.



28 Luglio 2009

Pier Paolo Visione  -  Dottore Commercialista e Revisore legale in L’Aquila

Categoria : Editoriale
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