Traumi da sisma, non sono visibili ma ci sono


L’Aquila – Nell’area terremotata dell’Aquila il ritorno alla normalità è alquanto difficile: “Per tutto il periodo estivo e parte dell’autunno – spiega il direttore della Protezione civile provinciale Hanspeter Staffler – gli abitanti della tendopoli gestita dall’Alto Adige a Sant’Elia saranno ancora accompagnati da una ventina di  volontari altoatesini.” Inoltre la Provincia di Bolzano invia ogni settimana in Abruzzo tre collaboratori per lo svolgimento di lavori tecnici ed amministrativi. Di recente anche due dottoresse-clown dell’apprezzato sodalizio Medicus Comicus hanno fatto visita al campo di Sant’Elìa. Le due dottoresse, Theresia Prantner e Barbara Fingerle, hanno gradualmente conquistato prima la fiducia dei bambini e poi quella degli adulti del campo. “Dopo breve tempo e grazie ad una collaborazione attiva dei volontari e professionisti della protezione civile è stato compiuto un importante passo verso la normalità”, sottolinea Staffler. Tra qualche settimana tutti gli abitanti della tendopoli di Sant’Elia, sulla base del grado di danno subito dalla rispettive abitazioni, dovranno tornare nelle proprie case oppure trovare alloggio nei prefabbricati appositamente costruiti. I traumi causati dal sisma, invece, non sono così facilmente visibili come i danni materiali e richiedono un approccio prudente e sensibile, atteggiamento ben riuscito alle dottoresse-clown di Medicus Comicus. Dall’inizio dell’intervento in Abruzzo, nello scorso aprile, l’Alto Adige si impegna a garantire anche un’assistenza psicologica con l’invio di assistenti spirituali della Croce Bianca e psicologi per l’emergenza.


12 Agosto 2009

Categoria : Cronaca
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