Elezioni, ultima occasione
L’Aquila – (di Giampaolo Ceci) –
Il rugby è uno sport di squadra. L’Aquila ha una grande tradizione in questo sport. Per anni la squadra era tra le più forti di tutte. Oggi anche la squadra di rugby aquilana è in crisi come quasi tutto qui. Perché sta accadendo tutto ciò? Quali le ragioni di questo declino inarrestabile nello sviluppo socio economico cittadino?
Perché si assiste a guerre e denunce, perché mai la polemica supera ogni ragionevole atteggiamento collaborativo nonostante i gravi accadimenti che richiederebbero ragionevolezza e solidarietà ?
Quali i germi che hanno dissolto uno spirito di squadra che si identificava nella città dell’Aquila agli occhi di chi non era di qui?
Sono passati oltre tre anni dal sisma. Se le polemiche e le denunce potessero essere monetizzate, la città probabilmente avrebbe le risorse economiche per essere ricostruita più volte.
Bisogna ammettere che le forze politiche aquilane e abruzzesi in generale, non hanno fornito buona prova di se a tutti i livelli, quantomeno se ci dovessimo limitare a giudicarle dai risultati prodotti dalle strategie che sono riuscite ad impostare in questi anni.
Resta il consuntivo deludente: dopo quasi tre anni si devono ancora iniziare le progettazioni del centro storico! Per chi ci ha provato, spesso non è risultato possibile rispettare neppure i vincoli tecnici imposti dal legislatore.
Un quadro di regole confuso e iperburocratizzato’ che non poggia su saldi principi di riferimento.
Come invertire questo incredibile andazzo? Come ricostruire unità d’intenti attorno ad un’amministrazione locale stimata e coesa? Come ricostruire fiducia e risollevare gli animi scoraggiati dei cittadini aquilani?
Si avvicinano le elezioni e temo che anche questa ultima importante occasione possa andare perduta.
Solo per questo ho interrotto il mio silenzio scoraggiato e mi sono deciso a scrivere queste riflessioni con la speranza di risvegliare l’orgoglio sopito e lo spirito combattivo di una popolazione la cui immagine si identificava con la forza e la coesione della sua squadra di rugby.
Le elezioni cittadine sono l’ultima chance per individuare una personalità che abbia sufficiente competenza e credibilità da ovattare le polemiche e iniziare a costruire un nuovo gruppo dirigente motivato e competente.
Forse è necessario un politico esperto e lungimirante che sappia ricucire gli interessi locali in un unico disegno strategico che realisticamente accontenti tutti i numerosi interessi coinvolti nella ricostruzione.
Un politico così autorevole, che sia in grado di trovare i numeri in Parlamento per costruire alleanze che approvino le necessarie leggi economiche per dare continuità e certezze alla ricostruzione del territorio Aquilano.
Forse, invece sarebbe più utile che i cittadini si riapproprino delle leve di comando della loro città abbandonando i politici di professione, che inevitabilmente seguono logiche elettorali, per affidarsi a un rappresentante che emerga dalla società civile che sia stimato da tutti e possegga autorevolezza e capacità gestionali tali da potersi porre a capo di un gruppo coeso e competente, almeno in parte proveniente anch’esso dalla società civile, quale punto di riferimento operativo e per la popolazione locale.
Non saprei dire cosa è meglio.
Ciò che so invece con certezza, è che proprio non servirebbe è una sterile battaglia ideologica tra destra e sinistra e ancor meno una campagna elettorale basata sul solito rimpallo di responsabilità .
Non sono elezioni politiche quelle aquilane, anche se ad un osservatore attento non sfuggono i gruppi di interesse che le parti politiche rappresentano.
Qui però bisogna ricostruire una città e rivitalizzare l’economia del territorio in un disegno strategico in cui tutti trovino il loro ruolo e i loro legittimi interessi, in una visione lungimirante.
È questa la grande sfida del nuovo sindaco. E’ solo su questo che si sarebbe dovuto aprire il dibattito e un pubblico confronto civile tra i candidati, seppure aspro.
05 Maggio 2012
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