Borsacchio, odore di rapina
Roseto – (di Pio Rapagnà, ex deputato abruzzese) – Martedì prossimo 8 maggio al Consiglio regionale a L’Aquila sarà una giornata decisiva per la salvezza della Riserva Naturale del Borsacchio: se dovesse essere approvato il Progetto di legge” n. 78/2009 presentato dal Consigliere del FLI Berardo Rabuffo, che stabilisce la “riperimetrazione” dei confini originari della Riserva, sarebbe una vera e propria “rapina” ai danni dei Cittadini di Roseto e Giulianova che sino ad ora sono sempre riusciti a tutelare e preservare dalla speculazione edilizia e turistica uno straordinario “bene comune” e tra le più belle zone naturalistiche e paesaggistiche ancora “sopravvissute” lungo tutta la fascia costiera della Regione Abruzzo.
E’ inspiegabile sotto tutti i punti di vista, e moralmente imperdonabile, che una Legge Regionale che istituisce una Riserva Naturale in Abruzzo “Regione Verde d’Europa”, in sette anni non abbia ancora trovato attuazione da parte dei Comuni di Roseto e Giulianova, della Provincia di Teramo e dalla stessa Giunta Regionale: da una classe politica “seria, che ha giurato fedeltà alla Costituzione e alle Leggi, ci si aspettava che facesse di tutto per “rispettare e far rispettare” il voto espresso dal Consiglio regionale e, con esso, la sovranità popolare dei Cittadini abruzzesi.
I Cittadini di Roseto e di Giulianova chiedono con forza ai Consiglieri Regionali di respingere le proposte di legge sia dei Consiglieri Rabuffo di FLI e Ruffini del PD e sia quella del Capo-Gruppo Consiliare del PDL Venturoni e di approvare, invece, un “atto di indirizzo vincolante” che impegni la Giunta Regionale, la Provincia di Teramo ed i Comuni di Roseto e Giulianova a dare attuazione alla Legge Regionale n. 6 dell’8 febbraio 2005.
Si compirebbe, tra l’altro, un atto di grande responsabilità costituzionale e di rispetto delle regole democratiche che stanno alla base del funzionamento delle Istituzioni e della coesione sociale, dando ulteriore tempo al Presidente della Provincia Valter Catarra ed ai Sindaci di Roseto e Giulianova Enio Pavone e Francesco Mastromauro di procedere di comune accordo alla nomina dell’Organo di Gestione della Riserva.
Se per fare rispettare e attuare una Legge della Regione Abruzzo non è sufficiente neanche uno “sciopero della fame”, allora vuol dire che ci troviamo di fronte ad una situazione “disperata e disperante”, nel mentre il Consiglio Regionale dimostrerebbe che in questi ultimi tre anni non ha trovato il tempo per approvare una “Legge ad hoc” di indirizzo e di controllo per la ricostruzione e la messa in sicurezza antisismica del suo proprio patrimonio abitativo, e trova invece tre anni di tempo per “stravolgere e abrogare” una legge che istituisce una “Riserva Naturale”.
La “solidarietà” che i Cittadini di Roseto e Giulianova, insieme a quelli delle altre Città della fascia costiera, hanno saputo dare subito dopo il terremoto del 6 aprile, non viene oggi “ricambiata” da quello stesso Consiglio regionale e dai quei Consiglieri e politici regionali che “dovrebbero accogliere” e fare proprio il desiderio di una comunità che chiede che venga salvaguardato e tutelato un pezzo della propria storia, della propria terra e del proprio futuro.
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