“Caro collega, senza ipocrisia…”
L’Aquila – Fabio Spinosa Pingue, presidente Confindustria L’Aquila, ha fatto circolare la seguente lettera, evidentemente indirizzata ai suoi colleghi: “Caro Collega,la campagna elettorale che vede il rinnovo di diverse amministrazioni della nostra Provincia, a partire dalla città Capoluogo di provincia e di regione, sta volgendo al termine e come sistema delle imprese non vogliamo contribuire, con atteggiamenti “super partes”, ad alimentare una ipocrisia che di fatto ha portato il sistema Italia sull’orlo del precipizio.
In questo momento storico essere “super partes” può andar bene per i Giudici, per i Pm… in sostanza, per chi deve esprimere un giudizio: non per chi, come Noi, vuole sognare ed agire, per disegnare una società moderna, e non assistere passivamente al declino del proprio Paese. Credo che sono tempi in cui bisogna essere di parte; molto di parte. Verso quei candidati e coalizioni che, partendo anche dalla propria storia personale e professionale, garantiscono affidabilità, abnegazione, competenza, grande senso di responsabilità e coinvolgimento nella squadra di governo di talenti ed eccellenze. Disposti a contaminare la Pubblica Amministrazione di meritocrazia e comportamenti etici irreprensibili.
La campagna elettorale alla quale stiamo assistendo con un senso di odiosa impotenza ci chiede di prendere una posizione netta e coraggiosa, che sia politica, a favore della qualità e decisamente contro i demagoghi e la mediocrità.
L’invito è ad esprimere un voto lontano dalle solite logiche clientelari o di interesse personale: il consenso all’amico dell’amico, a quello che ci ha fatto o ci promette il favore deve uscire di scena per cedere il passo ad un’analisi concreta dei programmi, qualora ci fossero, ad una valutazione attenta delle competenze certe in materia di gestione della Polis. Adesso, che è acclarato per tutti che lo sviluppo locale dipende quasi esclusivamente dalla capacità degli attori locali di fare progettualità e di condividere progetti, credo che non si possa delegare la gestione delle comunità a colui che per logiche partitiche viene letteralmente “ripescato” all’ultimo minuto ed incoronato candidato Sindaco o a coloro che per un mese di visibilità e/o per un mese di permesso retribuito, come inspiegabilmente viene ancora garantito ad alcune categorie di dipendenti pubblici, si candidano disperdendo voti e trasformando una sana competizione elettorale, di cui abbiamo forte bisogno, in un clima da autentico circo Barnum. E’ opportuno, invece, rivolgere una grande considerazione a coloro che garantiscono di impegnarsi 24 ore alla gestione della cosa pubblica; è immorale vedere Sindaci che dedicano appena 2/3 ore al giorno alla propria comunità.
Di questi tempi essere classe dirigente è già difficile, virtuosa ancora di più, soprattutto quando ci si trova a dover sentire da qualche politico che deve capire da dove vengono gli 800mila euro pagati per l’acquisto della propria casa, quando qualcun altro compra diamanti con i fondi del finanziamento pubblico, qualcun altro ancora acquista ville e casali. Per non parlare di coloro che si fanno il partito famiglia…
Fatti che hanno una rilevanza penale, oltre che etica, ai quali bisogna attribuire una valenza precisa con l’adozione di un comportamento conseguente. Nonostante tutto, noi dobbiamo riaffermare il primato della Politica, della buona politica che pure esiste, la sola in grado di far sognare un popolo e renderlo protagonista per costruire il futuro del proprio Paese. Un Paese straordinario per il quale vale la pena di fare scelte coraggiose. Un Paese gravido di opportunità che la cattiva politica, volutamente, nasconde per biechi interessi di parte.
Ma non è tutto, perché anche a voler restare fuori dal penale che riguarda i singoli, ci troviamo di fronte a situazioni di eguale gravità di cui sono artefici le Pubbliche Amministrazioni, dal piccolo Comune alla miriade di enti regionali, passando per Province, Asl ecc…, i cui dipendenti sono pagati con i nostri soldi: impiegare lustri per approvare leggi in Consiglio Regionale, annunciare riforme mai applicate, impiegare tempi di pagamento biblici, omettere l’adozione di provvedimenti antiburocratici a costo zero (viviamo in tempi in cui la lunghezza dell’iter autorizzativo è più lungo della vita media delle imprese!!!) è inaccettabile e dobbiamo dire una cosa sola, “Et de hoc satis”, adesso è abbastanza.
Tutto questo ha tolto competitività al sistema delle imprese, anzi, centinaia di nostri colleghi, soprattutto piccoli e medi imprenditori, sono sull’orlo di una crisi irreversibile perché i mancati pagamenti della P.A. hanno innescato un autentico corto circuito: l’imprenditore, pur creditore, non può pagare gli stipendi, quindi i contributi, con conseguente diniego automatico del DURC, a sua volta indispensabile per esigere la liquidazione dalla P.A..
Se aggiungiamo a tutto quanto sopra la redazione di autentiche “liste di proscrizione”, redatte dalle banche per un numero sempre crescente di Enti pubblici, che impedisce agli operatori economici di portare allo sconto le fatture, la miscela diventa esplosiva.
Come gruppo dirigente di Confindustria, in questo contesto, non riusciamo più a rassicurare gli imprenditori: un numero ormai indefinito è pronto ad azioni eclatanti, allo scontro. Lo ripetiamo da almeno 2 anni: la pazienza ora è davvero finita.
L’indifferenza con la quale alcuni reagiscono alla vita politica è dannosa, e dannoso è pensare di continuare ad ignorare il clima pesante imposto da alcuni amministratori pubblici: si potrebbero verificare gesti ed azioni incontrollabili capaci di mettere a rischio il bene dell’incolumità pubblica…
Dunque, non nascondiamoci dietro un voto espresso nel segreto dell’urna: usciamo allo scoperto, assieme ai nostri partner, ai nostri collaboratori e dipendenti e diamo valore a chi nel suo programma elettorale porta fatti, azioni, percorsi precisi, metodologie che garantiscono la condivisione con gli altri attori della comunità, mirati ad obiettivi definiti e raggiungibili. A coloro che hanno finalmente capito che il lavoro non si crea per decreto ma che solo la fantasia e la creatività delle persone – imprenditori e dipendenti insieme – in collaborazione con una buona Pubblica Amministrazione, riescono a creare autentico P.I.L. indispensabile per ridistribuire ricchezza e garantire la coesione sociale, oggi fortemente compromessa nella nostra comunità. E alla quale noi teniamo molto.
Con l’auspicio di aver interpretato anche il Tuo pensiero, Ti porgo il miglior augurio per una espressione elettorale coraggiosa e responsabile”.
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