Stretta credito mina economia abruzzese


Pescara – La stretta del credito, il temutissimo “credit crunch”, mina alle fondamenta la solidita’ finanziaria abruzzese, ed il quarto trimestre del 2011 ne diventa il periodo simbolo. Lo rivela l’analisi condotta dal Centro studi regionale della Cna su dati di Bankitalia, secondo cui tra ottobre e dicembre dell’anno passato il credito concesso alle imprese, in Abruzzo, si e’ ridotto complessivamente di un milione di euro.
Una caduta media che e’ frutto di incrementi (pochi), ma soprattutto di decrementi forti tanto sul territorio – e’ il caso della provincia di Teramo (-23 milioni di euro rispetto al trimestre precedente) e di Pescara (-15) – sia nei settori produttivi, come accade per le costruzioni (-21 milioni di euro) e i servizi (-19). Una sforbiciata cui non sfuggono le “famiglie produttrici”, ovvero la micro-impresa, con un taglio di ben 6 milioni di euro. Secondo l’analisi condotta da Aldo Ronci, “riverberano i loro effetti sul sistema economico anche la diminuzione del credito alle famiglie consumatrici, per l’acquisto di abitazioni, per 23 milioni di euro e l’incremento delle sofferenze per 97″. Proprio su quest’ultima voce, ovvero le somme che le banche non riescono piu’ a recuperare dai loro clienti, l’Abruzzo segna un record negativo nel rapporto tra sofferenze e impieghi, ovvero le somme prestate: a livello nazionale e’ stato del 6,93%, nella nostra regione dell’8,53. Unica nota in controtendenza, nell’autunno scorso, nonostante l’Abruzzo resti ben al di sotto della media nazionale (+0,97% contro 2,11%) la crescita imponente di depositi e risparmio postale, che nel quarto trimestre 2011 hanno ottenuto un incremento di 403 milioni di euro: una performance tanto notevole da modificare l’andamento dell’intero anno, passato da un decremento di 180 milioni (fino al 30 settembre) ad un incremento di 223 al 31 dicembre 2011. Altalenante, nel corso del 2011, il dato sulla stretta creditizia operata verso le attivita’ produttive: perche’ ad un primo semestre con il segno “+” (361 milioni in piu’ nel primo trimestre, 206 nel secondo) ha fatto da contraltare un secondo assolutamente in nero, con 161 milioni in piu’ nel terzo trimestre, ma addirittura uno in meno nel quarto.


03 Maggio 2012

Categoria : Economia
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