Supermercati, lezione n.2
L’Aquila – (Foto: alcuni centri commerciali aperti questa mattina) – La prima lezione il commercio l’ha impartita a politici e sindacati lo scorso 25 aprile: la risposta alla proclamazione di un imprudente sciopero del settore fu l’apertura di quasi tutti i centri commerciali abruzzesi, e la buona affluenza dei consumatori. La seconda lezione è ancora più sonora: oggi, 1 maggio, tutti ancora aperti, ma stavolta si sono aggiunti anche i centri commerciali minori, quelli che comunemente si chiamano di quartiere, porta spalancata e clienti tra i banche come in un giorno quasiasi. L’altra risposta, ma questa meno sorprendente, l’hanno data i ristoratori, le pizzerie, i bar, le pasticcerie, rimasti tutti aperti nei centri della costa. Non così nell’interno, a L’Aquila, per esempio, dove tutto o quasi è rimasto sbarrato, tranne i pochiccimi esercenti che rimangono sempre a lavoro nei festivi.
Affluenza? Non eccezionale, ma neppure disprezzabile, in tempo di crisi: clienti come in ogni altra mattinata di domenica. In giornata, dicono i negozianti, ci sarà il pieno. I lavoratori del commercio non hanno accettato, nella quasi totalità , di perdere il guadagno che lavorare in un giorno festivo porta con sè. Anche se molti “padroni” non rispettano certo le regole e i contratti, prendendo per la gola i lavoratori, qualcosa in più da portare a casa si ricava sempre, e a riposare ci si penserà un altro giorno.
Ora, dopo la doppia lezione, chi fa le regole (o non le fa come la regione Abruzzo, sempre tenera e condiscendente con i grandi centri commerciali) , i comuni e i sindacati, nonchè parte della politica, ci pensino su. La gente gradisce le aperture festive, i dipendenti guadagnano qualcosa in più, i cattolici alla messa – se è questo il problema – possono andarci lo stesso. E al cinema pure, se credono. Socializzazione? Oggi bazzicare il centro commerciale è socializzazione, certo non entusiasmante, non ideale, ma è questo che abbiamo voluto, è a questo che ci ha portati la società del consumo nella quale tutti, in fondo, sguazzano comodamente: anche chi la avversa (a parole). In fondo, nei centri commerciali ci sono anche le librerie… e molte persone non ne hanno mai vista una da vicino prima di entrare nell’iper. Ci sono i cinema gli intrattenimenti, i giochi per bambini. Il paradiso delle carabattole offre di tutto e per tutti.
Ma soprattutto, forse questo lo dimenticano politici e sindacalisti introversi, ci sono le offerte speciali, sempre e ovunque, e sono essenziali per migliaia di famiglie, che davvero oggi non ce la fanno più. Se il vento cambia, il marinaio adatta la velatura. Debbono rassegnarsi anche la politica (che comunque obbedisce sempre a qualche interesse, non alle vere esigenze dei cittadini), i sindacati (difendano i lavoratori in nero e gli sfruttati dei supermercati, invece di proclamare scioperi…), gli amministratori comunali. Se il popolo è sovrano (ma lo è in Italia di questi tempi?), ebbene ha parlato: sì alle aperture festive. E sarà solo caparbietà opporsi o berciare sostenendo il contrario.
Piuttosto, chi parla e alza la voce, pensi a verificare se, nel Chietino, per Megalò 2 o per le raccomandazioni dei politici (posti di lavoro) all’IKEA è davvero tutto ok: siamo sicuri? Chi sono i politici che chiedono posti di lavoro? Chi sono i raccomandanti? Come mai dopo un modesto polverone iniziale, è sceso il silenzio?
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