1 maggio, festa… ai lavoratori
24.000 tra disoccupati e inattivi, in Abruzzo, rispetto al 2008. Una sgommante marcia indietro che la dice tutta, e va ricordata il 1 maggio, festa dei lavoratori. Un bel motivo per chiedere a tutti di rinunciare alla retorica e ai pistolotti. Senza nascondere che il colosso dell’industria, la Sevel, scricchiola e manda a cara precari. Qualcosa di simile ad un incubo. Nel pentolone maleodorante dei dati pessimi, ne estraiamo uno: a L’Aquila, il più grande cantiere d’Europa, ricordate?, si sono persi, liquefatti, vaporizzati, 3.500 posti di lavoro nell’edilizia. Mentre centinaia di imprese grandi e piccole sono in coma, o già morte, perchè avanzano soldi e non vengono pagate. La burocrazia vince, la politica rimane muta e inerte, come stupidita al cospetto di una così grave disfatta su tutti i fronti. La battaglia di Canne fu una sciocchezzuola, per i Romani, rispetto al naufragio economico e sociale dell’Abruzzo.
Vorremmo sentir parlare di queste cose, nei discorsi, nelle dichiarazioni, negli incontri dei candidati sindaci e consiglieri alle prossime elezioni di domenica ventura. Soprattutto a L’Aquila vorremmo sentire i parlosi aspiranti nocchieri della città , quelli che fanno la ruota e alzano la voce, spiegare come le pensano su questi 3500 posti perduti… nell’edilizia, in una città tutta la ricostruire, con i soldi disponibili. Da tre anni e un mese. Ma abbiamo sentito e letto, soprattutto negli slogan e nella copiosa pubblicità dei candidati, tranne sporadiche unicità , ben altre cose. E di ben minore caratura e consapevolezza. Sì, forse è proprio questo il problema: non se ne rendono conto, e cianciano di banalità e minestre riscaldate, aspettando di deporre i glutei su poltrone, poltroncine e strapuntini.
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