L’anzianità talvolta serve a qualcosa
(Foto: ricordate il vecchio scudo crociato?) - Avere più passato che futuro, ovvero essere diciamo anziani, talvolta può servire a qualcosa. In questa campagna elettorale per esempio, essere diciamo maturi, è servito a sorridere. Ed è già un valore, in tempi tanto sderenanti. Chi ha ricordi, infatti, ha assistito alle più becere pantomime dei candidati, o almeno taluni di loro, per arrivare a raggranellare consensi. La più esilarante è quella delle inagurazioni, dei lavori annunciati, dei consigli comunali convocati in fretta per sbrogliare le ultime matassine, dei tagli dei nastri (ma senza niente da mostrare dietro il nastro), delle inaugurazioni di ponti e strade (che ancora non ci sono), dei rattoppi da film comico lungo marciapiedi e stradine, delle visite nei quartieri diseredati, delle chiacchierate con le vecchiette e i pensionati senza denti, dei “contatti con la gente”. Qualcosa di davvero triste che sembra provenire dagli anni Sessanta e dalla politica porta a porta che facevano i democristiani doc. Solo chi ha anni e ricordi, può paragonare ciò che è avvenuto in questo aprile sgocciolante: sì, con i vecchissimi tempi della DC.
C’è un dettaglio, però. Quando comandava la DC, c’erano degli autentici big e dei personaggi di spessore, ai quali, comunque la si voglia pensare, è legata la crescita di questo paese e delle nostre città . Quelli chiedevano il voto, anche tramite il prete, ma in cambio davano lavoro, opere pubbliche, strade, scuole: tutto ciò che c’è in Abruzzo, lo diedero i big della DC, e poi del PSI, magari anche in dose doppia. Il traforo del Gran sasso fu fatto in otto anni, a L’Aquila ci sono incompiute che ne hanno venti, di anni, e sono costate mari di denaro pubblico. In parte finito in tasche capienti. Allora si chiedeva il voto in cambio di qualcosa, oggi in cambio di promesse e chiacchiere, mentre la più delirante delle incompiute, la ricostruzione, è dovuto venire Barca per sbloccarla. Che risate…
Non c'è ancora nessun commento.