Che silenzio su inchiesta raccolta macerie!


macerie-pdarmi-2-lug-09L’Aquila – Non trova conferme in ambienti giudiziari, forensi o amministrativi la notizia – pubblicata oggi da Il Messaggero d’Abruzzo con molto risalto – dell’avvio di un’inchiesta della Procura sull’affidamento della raccolta delle macerie del terremoto. Che silenzio abnorme, che riserbo impenetrabile! Secondo il quotidiano, che ne parla con molta prudenza, vi sarebbero voci insistenti (sia al palazzo di giustizia che in Comune) dell’imminenza di convocazioni da parte dei magistrati. Le persone coinvolte apparterrebbero all’amministrazione attiva, quindi all’esecutivo comunale che revocò in tutta fretta la decisione di affidare ad una ditta la raccolta delle macerie da stipare nel baratro dell’ex cava Teges a Bazzano. Il nostro sito parlò per primo di tale ipotesi, che poi sarebbe divenuta scelta concreta, fin dal 28 maggio scorso.
Il Comune avrebbe dapprima proceduto troppo frettolosamente e in maniera irregolare, tanto da tornare sui suoi passi allorché la notizia “esplose” su alcuni organi di informazione. Imbarazzi e resipiscenze che portarono ad azzerare la decisione, il che non escluderebbe un’ipotesi di possibile reato. E su tale ipotesi si sarebbero concentrate le attenzioni della magistratura. Che vi sia un’inchiesta appare comunque piuttosto logico e coerente con il fatto che l’affidamento è stato oggetto di attenzioni da parte della Guardia di Finanza. Ora sarebbe la Protezione civile a gestire la storia, e punterebbe a servirsi del Genio militare. Con evidenti risparmi di spese e , forse, musi lunghi da parte di qualcuno che sognava di trarre vantaggi dall’affare. La domanda del cittadino è sempre la più lineare e logica: poteva occuparsene il Genio militare, perché non è stato scelto subito? Chi “ci ha provato”, e soprattutto perché, con quali mire? Bene farebbe la politica, senza crocifiggere nessuno, a fare piena luce e a dire una volta tanto le cose come stanno, magari chiedendo anche scusa. Le macerie, intanto, formano mucchi e montagne, e in qualche caso non sono mai state toccate da appena dopo il 6 aprile.
(Nella foto Col: I primi cumuli di macerie a Piazza d’Armi: sono ancora lì)


10 Agosto 2009

Categoria : Cronaca
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