Marra, un attimo per ricordare
L’Aquila – Il collega Luigi Marra scrive: “Carissimo Gianfranco, innanzi tutto grazie per aver voluto dar voce al mio sfogo.
Come sempre il tuo commento è fin troppo preciso.Sono rimasto fermo ai tempi in cui chi sedeva ai banchi del Consiglio Comunale, non solo sapeva leggere e scrivere, ma soprattutto sapeva apprezzare anche chi non era d’accordo, e con dedizione, amore e … italiano esprimeva le sue tesi, contrarie certamente ma altrettanto certamente legate agli interessi della città , della SUA città .
Ti ricordi quante battaglie ho fatto, ad esempio, contro l’amministrazione De Rubeis (che rimpiango!) ? Bene, tra me e Don Tullio c’è stato sempre il più limpido rapporto di amicizia. Un episodio piccolo ma significativo: ero allora Direttore del settimanale L’AquilaSette. La moglie di Don Tullio telefonò a Maria Pia Renzetti e le disse: “Domani (sarebbe stato di giovedì) è l’anniversario del nostro matrimonio; posso chiedervi che almeno per un giorno siate vicini a noi, magari venendo anche a prendere un bicchiere di spumante, e mio marito non debba angustiarsi per qualche critica del vostro giornale?”.
Naturalmente fu accontentata, ed il giovedì successivo all’anniversario Don Tullio ebbe una doppia … razione.
Allora, però, i giornalisti avevano avuto una grande scuola di vita , e non solo giornalistica, grazie a quei grandi Celaia, Marj, Manilla ecc. ecc. che li avevano formati alla professione, e la classe politica era una VERA CLASSE POLITICA.
Ti abbraccio, Luigi”.
(Ndr) – Caro Luigi, detto Giggiò dagli amici di un tempo, sai che dedicheranno una via anche a noi giornalisti attempatelli ? Sì, sarà quella per… mandarci altrove, così non rompiamo più i cosiddetti.
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