Teatro Artis, la programmazione
Pescara – Continua la programmazione di artisticamente, il nuovo spazio della scuola di teatro Artis in via del Santuario 160 dove è possibile intrattenersi dopo le presentazioni. Questo è il programma del fine settimana: Venerdì 27 aprile alle ore 18,00 inaugurazione della Mostra di Fiorenzo Marchionni, fotografo i cui interessi principali volti alla fotografia d’epoca e ai ritratti contemporanei. La sua fotografia si ispira all’estetica del passato, a stili d’altri tempi, alle fotografie d’ epoca, alla pittura. La mostra rimarrà aperta fino al 15 maggio.
Lo stesso venerdì 27 alle ore 21 il professor Roberto Filippini, laureato in medicina e in filosofia., specialista in neurochirurgia e in criminologia clinica e lavora dal 1980 come psicoterapeuta a Bologna e a Pescara, tratterà un tema al quale ha dedicato molto dei suoi studi: il Narciso e l’Attore, volti, maschere e specchi nel dramma umano. La chiacchierata con il professor Filippini avrà come “protagonista l’amore di sé. Troppo spesso esso è frainteso come egoismo, invece è condizione e fondamento di ogni autentico amore per gli altri e di ogni cura per le proprie cose. Quando non ci vogliamo bene, essere amati è un’inquietudine, amare è una paura di perdersi. Ed è incredibile la quantità di grandi e soprattutto di piccole ferite, umiliazioni, mortificazioni che riusciamo ad infliggerci l’un l’altro. Non per interesse, non per guadagno egoistico, ma semplicemente per noncuranza. O per l’intima, inconfessabile paura di non essere abbastanza importanti e considerati a nostra volta”.
Sabato 28 aprile alle ore 21,00 “Spettacolo Politico” che è uno spettacolo del Teatro Spoglio di e con Matteo Auciello, ispirato a Gioventù senza Dio di Ödon von Horvàth
Gioventù senza Dio è un piccolo romanzo sconosciuto pubblicato nel 1937 dal drammaturgo austriaco Ödon von Horvàth. Ambientato in Germania durante il nazismo, il libro racconta la presa di coscienza di un giovane insegnante di fronte all’avanzata di un’ideologia totalitaria che trasforma gli adolescenti in ciechi strumenti del regime.
La società raccontata da Horvàth (che non nomina mai il nazismo in modo esplicito) somiglia alla nostra: cinica, insicura, esposta ai facili slogan dei media e del potere. Gli adolescenti di Horvàth somigliano ai nostri: fragili e disorientati, abitati da pulsioni che, se inascoltate, possono tradursi in indifferenza, incapacità di relazione, disprezzo di sé e dell’altro da sé.
È per questo che Gioventù senza Dio diventa uno Spettacolo politico, nell’intento di mettere il racconto di Horvàth in rapporto con l’Italia di oggi.
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