Cari candidati, ecco cosa vogliamo
Avezzano – DOCUMENTO DEGLI IMPRENDITORI AI CANDIDATI SINDACI – Gli imprenditori di piccole e medie industrie hanno consegnato oggi ai candidati sindaci di Avezzano un documento: “La crisi che ha investito il Paese si è particolarmente evidenziata nella nostra area come dimostrano i negativi fattori sia per quanto riguarda nuovi investimenti che l’occupazione. Emerge un panorama molto debole del nostro sistema industriale: da una parte mancano vere e durature prospettive di una pronta ripresa, dall’altra è sempre più difficile mantenere in vita molte aziende, principalmente le PMI che da sempre hanno rappresentato il vero zoccolo duro dell’economia, con prospettive negative sia dal punto di vista economico che occupazionale.
L’aspetto più grave e preoccupante della crisi è rappresentato dall’assoluta mancanza di lavoro per i giovani, spesso diplomati e laureati, ed alla carenza di vere prospettive per coloro che perdono il lavoro a causa della chiusura o del ridimensionamento delle aziende.
I dati sull’occupazione e maggiormente sull’occupazione giovanile sono molto preoccupanti e l’utilizzo delle ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria nella nostra zona sono in costante crescita.
Di fronte ai drammi familiari, la politica e le istituzioni non possono rispondere con generiche indicazioni, ma hanno il dovere di indicare puntuali opportunità tali da creare concrete soluzioni. Lo sviluppo di Avezzano e della Marsica si è sempre caratterizzato attraverso grandi idealità, progetti strategici e innovative intuizioni che hanno determinato reddito e occupazione come dimostrano le presenze industriali della zona: oggi però viviamo un periodo di profonda crisi e di grave insicurezza; tale prospettiva non è replicabile nell’immediato futuro; occorrono pertanto per il rilancio del sistema economico-industriale delle azioni di competenza comunale quali:
il rafforzamento operativo ed infrastrutturale dell’area industriale,
l’effettivo avvio del centro di smistamento merci,
l’ammodernamento della linea ferroviaria soprattutto la tratta Avezzano-Roma,
i costi e la efficienza dei servizi essenziali: acqua, rifiuti, etc.,
il calmieramento della politica di tassazione, soprattutto l’IMU,
lo snellimento delle procedure amministrative e autorizzative.
La creazione di una Consulta delle Imprese consentirebbe una maggiore partecipazione degli imprenditori alla programmazione delle politiche comunali. Uno dei pericoli che, però, si avverte in questo momento particolarmente delicato e complesso dal punto di vista economico e sociale è certamente rappresentato dal forte “isolamento” del comprensorio marsicano rispetto all’intera programmazione economica regionale e nazionale. Infatti, sia nella attuale fase di utilizzazione dei fondi FAS, che nelle ipotesi di sviluppo del sistema regionale, Avezzano e la Marsica sono quasi assenti: i grandi programmi di sostegno strategico dei FAS non prevedono importanti aiuti a favore della nostra area per gli anni 2014-2020.
In tale contesto il ruolo del Comune è fondamentale per due principali ragioni: 1) la nuova legislazione, in materia industriale, delega alle amministrazioni locali gran parte dei compiti un tempo di competenza regionale; 2) con l’auspicabile riforma delle Provincie ancor più funzioni saranno demandate alle amministrazioni locali. In tale quadro, la città di Avezzano deve poter rappresentare il naturale punto di aggregazione delle diverse istanze dell’intero contesto marsicano, sviluppando una sintesi intelligente delle varie problematiche locali e, in particolare elaborando progetti organici e credibili di sviluppo.
Avezzano e la Marsica debbono “imporsi” all’attenzione del sistema nazionale e regionale non avanzando una generica richiesta di esigenze, bensì favorendo un confronto aperto sui temi dello sviluppo, partendo dalla specifica realtà esistente potenzialmente in grado di recuperare reddito e occupazione.
Va tenuto in particolare conto la grave crisi che ha investito la Marsica; crisi generale perché riguarda tutto il sistema produttivo: dall’agricoltura all’industria, all’artigianato ed al terziario; ciò consiglia l’inserimento anche di Avezzano e della Marsica tra le aree di crisi regionali.
La qualifica di “area di crisi” comporterebbe importanti benefici che si possono così riassumere:
1) priorità nella utilizzazione dei fondi dell’Unione Europea nazionali e regionali per il periodo 2014-2020;
2) eleggibilità dell’area ai fini dell’attuazione dei “contratti di sviluppo” parte integrante e fondamentale nella politica negoziale statuale;
3) possibilità di attingere ai fondi per avviare programmi strategici e infrastrutturali, la cui attuazione per la Marsica è elemento essenziale per richiamare nuovi investimenti;
4) consentire l’elaborazione di un “accordo di programma quadro”, strumento essenziale per favorire il confronto costante con l’Unione Europea, lo Stato e la Regione.
Al raggiungimento di questi obiettivi può concorrere il Comune di Avezzano, per la sua specifica conoscenza della realtà, attraverso l’attivazione di un tavolo permanente di confronto e possibilmente di accordo che sviluppi temi e programmi in grado di rilanciare l’economia, gli investimenti e l’occupazione.
La nuova legislazione regionale in tema di aree industriali affida sostanzialmente ai Comuni, sede di nucleo, un ruolo primario sia di gestione che di promozione.
L’area industriale di Avezzano vive un momento di crisi che si caratterizza per le difficoltà che incontrano molte aziende e per la mancanza di nuovi investimenti per cui il Comune è chiamato a svolgere un ruolo di guida, sia in termini di sostegno che di reale creazione di prospettive sia imprenditoriali che occupazionali. Nel primo caso rientra la entità dell’IMU per le aziende già sottoposte, come del resto in tutto il Paese, ai pesanti costi in termini di tassazione e di ordinaria gestione.
Un eccessivo carico dell’IMU e altre imposte comunali (in primis la Tarsu), potrebbero esporre a seri rischi di sopravvivenza molte realtà economiche locali. La leva fiscale è fondamentale per la permanenza di molte aziende e per ospitarne delle nuove. Per i sempre più consistenti costi ordinari il riferimento è rappresentato dalla enorme crescita degli oneri finanziari e dalla sempre più evidente chiusura dei normali storici canali di finanziamento del sistema bancario.
Nel nostro territorio le aziende pagano tassi di interesse superiori di 2/4 punti in più rispetto alle aziende che operano nel Centro-Nord. Il sistema bancario locale, inoltre, mostra in maniera sempre più preoccupante la volontà di limitare il proprio raggio di azione, come attestano le recenti vicende della Bper/Cassa di Risparmio della Provincia di L’Aquila, per cui lo sforzo delle istituzioni deve essere quello di far si che simili realtà restino ancorate al territorio, per mantenerne sicuramente i livelli occupazionali e soprattutto l’operatività decisionale, perché gli istituti locali della nostra provincia hanno sempre avuto un differenziale positivo tra raccolta ed impiego. Altro aspetto rilevante della azione municipale riguarda lo sportello SUAP la cui operatività può migliorare decisamente il rapporto, spesso conflittuale e difficile, tra imprese e istituzioni locali e può rappresentare una delle condizioni indispensabili per attrarre nuovi investimenti.
La nostra zona ospita aziende importanti che potrebbero rafforzare la propria presenza attuando una serie di investimenti nel campo della ricerca, della formazione e dell’innovazione; in tal senso un particolare interesse della politica e delle istituzioni deve svilupparsi attraverso lo stimolo di nuovi contratti di programma o il rilancio e l’ampliamento degli accordi attualmente in corso, nel segno dello sviluppo della ricerca avanzata soprattutto in quelle aziende per le quali tecnologia significa rafforzamento della propria presenza nel mercato con il beneficio indiretto di tutto il relativo indotto, prestando però particolare attenzione nel coinvolgere nel citato accordo di programma nuove realtà start-up, che in molti casi si sono rivelati importanti volano di idee innovative, sviluppo ed occupazione.
La capacità dei giovani di creare innovazione è indispensabile ed auspicabile nei momenti di stallo dell’economia. Non mancano a tale proposito esperienze di tale genere sia a livello nazionale che internazionale; basti citare l’ultima intuizione di due giovani poco più che ventenni che hanno creato una start-up del valore di 1 miliardo di dollari nel giro di pochi anni.
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