Moduli per “E”, solo a L’Aquila sono 12.000, ma ne arriveranno ancora diverse migliaia
L’Aquila – (ore 20.02) – C’è stato tempo fino alle ore 20 di questa sera per consegnare sia a L’Aquila che nelle altre sedi riceventi della Protezione civile, anche lungo la costa adriatica (la più frequentata ed efficiente quella di Giulianova), i moduli compilati per la richiesta di una casa, un alloggio in fitto o un’autonoma sistemazione. Secondo dati della Protezione civile raccolti stasera poco prima delle 20, solo a L’Aquila i moduli consegnati sono stati 12.000, e fra questi molti anche da studenti. Altri ne arriveranno per posta, e debbono ancora essere conteggiati quelli depositati nelle altre sedi di raccolta.
Il censimento ha riguardato tutti coloro che risiedono nella zona rossa della città (il centro inaccessibile e devastato dal sisma), e tutti coloro che hanno in città e nei dintorni una casa di categoria E-F: da demolire o da sottoporre a lunghi e complessi lavori strutturali. Il censimento, che tutti ritengono tardivo, frettoloso e organizzato con il fiatone, porta alla luce una realtà che i cosiddetti “esperti” avrebbero dovuto e potuto facilmente prevedere: un enorme numero di senzatetto. Molti, molti di più delle case costruite o in costruzione, che non basteranno neppure a soddisfare due terzi delle esigenze reali. A occhio e croce, per ora.
Le domande sui moduli compilati fino a questa mattina sarebbero state, stando a voci (dati precisi la Protezione civile non ne ha forniti, ma del resto sarebbero prematuri) almeno 14.000, perchè tante risultavano le persone assistite nei centri di raccolta. La cifra tuttavia è suscettibile di consistenti accrescimenti: bisognerà aggiungere le domande su moduli inviati per posta raccomandata. Con i tempi delle poste (già incredibili in momenti di normalità ) bisogna pensare ad un’attesa non brevissima. E a migliaia, forse, di altri senzatetto in cerca di una casa. Molte domande non saranno accolte e molti moduli compilati male e spediti per posta relegheranno gli aspiranti nelle parti basse delle graduatorie e dei punteggi. Si creerà un clima di tensione e qualche volta di disperazione.
Se il censimento fosse stato fatto per tempo (due mesi fa almeno) tutto si sarebbe svolto con meno fretta, con maggiore possibilità di fornire dati precisi e verificabili, e la consegna dei moduli sarebbe stata meno affannosa, disagevole per chi ha dovuto muoversi o attendere in lunghe code (come sta avvenendo oggi a L’Aquila in comune). Si sarebbe evitato il nervosismo e il malcontento che invece oggi, ultimo giorno, si è avvertito. E’ anche vero che le persone potevano evitare di ridursi all’ultimo giorno, perchè c’è stato tempo dal 1 agosto. I moduli dovevano essere distribuiti meglio, negli alberghi, nei locali, nelle edicole, negli uffici di tutti i comuni in cui notoriamente risiedono sfollati. Distribuiti soprattutto senza obbligare la gente a comperare un giornale per trovarne uno. E meno male, tuttavia, che c’è stata la distribuzione insieme con il giornale… In ogni paese, sulla piazza, si potevano aprire banchetti o piccoli centri di semplice e veloce distribuzione dei moduli.
Ma forse parlare di semplicità a chi cerca invece tempi stretti, complicazioni e metodi burocratici non ha un senso, neppure nelle emergenze. Senza complicazioni, come si dimostra di esserci e di aver faticato e lavorato per la collettività ? Come si fanno passerelle e come si appuntano medaglie e medagliette di latta su petti ardimentosi?
(Nella foto: Una squadra della Protezione civile all’opera. Spesso efficiente sul campo e sul piano pratico, la PC risente sul piano organizzativo, delle inerzie e inefficienze degli enti locali)
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