L’incubo dell’antipolitica


L’Aquila – (di G.Col.) – (Immagine: alienanti scenari di De Chirico) – Bene che vada (ma c’è ancora qualcosa in Italia che può andare bene in qualche misura?) al voto di maggio, specie a L’Aquila, potrebbe manifestarsi un’ondata senza precedenti di antipolitica. Tradotta in un’astensione davvero impressionante. Non sappiamo i candidati, ma noi con la gente ci parliamo, nelle occasioni e nelle situazioni più disparate. E il bagaglio di opinioni, confessioni, sfoghi, confidenze, rabbia, disperazione, sfiducia, scoraggiamento, è pesante come mai ci era capitato, in tanti anni di lavoro giornalistico per tante testate e tanti mass media, di raccogliere. Informiamo di questo i candidati, che forse percepiscono una realtà differente. Se lo sanno già, glielo ripetiamo.
La gente, si sa, non è mai contenta. Se non le fai il marciapiede, chiede il marciapiede. Se glielo fai, lo vuole più largo, e asfaltato di un colore diverso. O dice che non ce n’era bisogno.
In altri tempi, fino a quialche anno fa, nessuno era mai contento di niente, per principio. Ma la cosa finiva lì, e si tirava avanti. Oggi è tutto profondamente cambiato. Ora avverti, e basta guardare in faccia le persone di ogni età, la paura del presente, ma soprattutto del domani. L’incertezza. Il pentimento di esserci. Il rimpianto di non aver voluto, finchè si era in tempo, essere altrove, e magari un’altra persona. C’è chi definisce tutto ciò scoraggiamento, chi disperazione. Sociologi e psicologi reclutati a pacchi o sfusi, danno mille spiegazioni diverse, che portano ad una sola conclusione: viviamo un momento (si fa per dire) difficile come non mai. Incupiti dal presente, terrorizzati dal futuro. In questa atmosfera, l’antipolitica è la reazione più logica. Fioccano le invettive, o l’astio rancoroso, verso qualsiasi tipo di potere, di autorità, e contro chiunque le detenga.
Il fenomeno, secondo noi impressionante, non riguarda le tricoteuses, il popolino demagogo e qualunquista, gli indifferenti a ragionamenti e temi di spessore. Riguarda anche le cosiddette classi medie o elevate. A sbottare contro candidati ed elezioni sono in tanti, e la conclusione è la medesima: a votare non ci vado proprio, che tutti se la prendano in quel posto…
Magari il 6 e 7 maggio parecchi si saranno ravveduti, oppure avranno donato qualche stima alle facce oneste, ai volti nuovi nelle liste e tra i candidati. Che ci sono, anche numerosi. Anche stimabili, almeno fino ad oggi.
Non c’è da auguarsi altro, perchè il marasma del qualunquismo e dell’astensione davvero massiccia (che si teme), sarà un segnale, sarà ciò che volete, ma non certo un rimedio. E ci chiediamo dove potremo trovare un rimedio, un’uscita di sicurezza, mentre stomachevoli storie e vomitevoli personaggi aumentano di numero, nello scenario italiano, anzichè ridursi ad eccezioni biasimevoli ma isolate. Se non ci sarà una possente spallata di antipolitica fatta di non voto e di disperate invettive, potremo dire che sarà avvenuto un miracolo. Che ancora una volta lo stellone italiano avrà tenuto a galla questo incredibile, indescrivibile paese, vera malattia nel cuore dell’Europa, ma ignaro di esserlo e giulivamente (?) convinto che si vive rubando, ingannando, andando a puttane troppo costose, combattendo per avere più soldi, consumando l’inutile, nutrendo malvagi e disonesti con la sola speranza che ci si possa guadagnare qualcosa.


23 Aprile 2012

Categoria : Politica
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.