I soldi dei partiti? Per i precari


Leggiamo che, grosso modo, ai partiti il finanziamento pubblico riserva due miliari e 300 milioni di euro. Leggiamo anche come sono finiti parecchi milioni di euro, tra Margherita e Lega Nord. Conti in resort da 7.000 euro a notte, tutto compreso, ai Caraibi. E altre spese così. C’è da infuriarsi sul serio, pensando a come sono ridotte milioni di famiglie italiane senza neppure i soldi per mangiare tutti i giorni. C’è anche da supporre che, prima o poi, dovrà pur esserci qualche reazione davvero grave e pericolosa. Ma, francamente, non ingiusta.
Da uomini della strada, cioè impotenti di fronte al degradare di ogni minima moralità in questo paese con l’acqua alla gola (se è acqua, temiamo che sia altro), pensiamo: dimezzino immediatamente i finanziamenti pubblici ai partiti, e con il miliardo e 150 milioni restanti (pari a 2300 miliardi di lire), assumano ipso facto tutti i precari che esistono in Italia. Emanando nel contempo una legge corta e semplice: da oggi in avanti, vietato produrre altri precari.
Se davvero la politica vuole sconfiggere l’antipolitica (ne sentiremo parlare alle elezioni di maggio…), cominci a fare cose facili, semplici, giuste, lineari e utili. Dimostri pentimento, realismo, concretezza di fronte a milioni di persone arrivate alla disperazione, alla canna del gas. O i politici non hanno ancora capito che siamo a questo punto? Che ci siamo davvero? Cos’altro dovrà accadere per convincerli?



22 Aprile 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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