Gli invalidi e Nunzio Sulprizio


Pescosansonesco – (Foto: il santuario del beato Nunzio) – Gli invalidi del lavoro hanno reso omaggio a Pescosansonesco alla memoria di Nunzio Sulprizio, di cui si attende la santificazione. Incontro presso il santuario dedicato al giovane, che per ora è stato beatificato. Di umile famiglia, si legge su Wikipedia, rimase orfano di entrambi i genitori e fu allevato prima dalla nonna materna e successivamente da uno zio; questi avviò il giovane al mestiere di fabbro ferraio nella bottega che aveva nel paese natale di Pescosansonesco. Il ragazzo, spossato dal duro lavoro e dalle privazioni, di gracile costituzione, si ammalò di carie ossea, dopo che si era ferito ad una caviglia e secondo quanto si narra, iniziò a recarsi alla fonte di Riparossa per lavare la ferita che gli ricopriva tutto il piede, nonostante gli abitanti del paese lo tenessero alla larga dalla fonte per timore di rimanere infetti. Si trasferì quindi, nel 1834, a Napoli dove viveva uno zio, militare di stanza al Maschio Angioino, che lo fece curare da un colonnello medico; le cure non riuscirono ad evitargli atroci sofferenze, anche per l’amputazione dell’arto, che si conclusero con la morte del giovane, neppure ventenne. La fama di Nunzio, molto devoto alla Madonna, si era diffusa in città, grazie all’esemplare sopportazione della malattia. Oggi il giovane è diventato il simbolo degli invalidi del lavoro, che ne auspicano la santificazione. A Pesco, gli invalidi si sono riuniti ed è stato confermato dai dati resi noti dagli istituti previdenziali che nel 2011 si è confermata la tendenza degli ultimi anni: meno incidenti sul lavoro e quindi meno invalidi, benchè il loro numero sia pur sempre troppo elevato.


22 Aprile 2012

Categoria : Cronaca
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