Sciopero trasporto pubblico locale
Avezzano – Nell’aderire allo sciopero del trasporto pubblico, oggi a Pescara, scrive lucia Proto (comitato pendolari): “Il Comitato Valutazione Impatto Ambientale della Regione Abruzzo, riunitosi l’11 Aprile scorso a L’Aquila per la “valutazione” del Piano dei Trasporti Regionale, ha espresso parere positivo dopo appena 15 minuti di seduta. Un Piano dei Trasporti che prevede solo realizzazioni di nuove superstrade, parallele all’Autostrada, che tagliano ulteriormente la costa Adriatica, separando ancora di più il mare dalle colline, nuove strade passanti sopra intere zone di calanchi, altamente franose, strade di asfalto e piloni di cemento che deturperanno ancor di più i già spesso compromessi paesaggi collinari della nostra Regione e danneggeranno vigne e uliveti, serie di gallerie che girano su se stesse, inquinando le falde acquifere più preziose d’Europa.
Piano che non prevede nulla per intraprendere o incentivare il trasporto sostenibile locale e il trasporto ferroviario diretto e veloce, sia sulla linea Roma – Pescara, sia su quella Adriatica. Nessun raddoppio di binario tra Roma – Avezzano, nessun aumento dei treni, nessun treno direttissimo.
Un Piano che è l’espressione della speculazione e della mancanza di progettazione, un Piano che riporta come attuali, e da realizzare, progetti vecchissimi e ormai superati, per i quali però la Regione non è stata capace di interromperne la realizzazione perché errati. Strade che non servono a nessuno, strade che diverranno delle “fabbriche di S. Pietro”; lavori irrealizzabili, varianti di progetto, spesso già nel cassetto, installazione di cantieri e miliardi di euro della collettività sprecati.
Unica galleria prevista, quella sotto il calanco gigante del Morrone, zona di altissimo valore naturalistico e altamente franosa, eppure sembra che proprio su questa galleria si stiano concentrando tutte le ansie regionali, soldi già stanziati, sembra solo per partire 60 milioni di euro, poi i costi triplicheranno non appena la terra inizierà a franare e serviranno nuove varianti di progetto “già pronte” per l’occasione, per lavori che dureranno forse 20 anni”.
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